Il Parlamento europeo si è opposto all’accordo negoziato in maggio tra gli Stati Uniti e la Commissione europea sulla protezione dei dati personali nel commercio elettronico.
“Questa opposizione è imbarazzante, si tratta di un soggetto relativo ai diritti dei cittadini. La Commissione può tuttavia approfittare dell’appoggio dei paesi membri dell’UE e il gesto del parlamento europeo su questo soggetto non ha un carattere obbligatorio”, indicavano fonti europee.
La Commissione studierà la situazione prima di prendere la decisione se approvare formalmente l’accordo o di riaprire la discussione con gli americani.
L’accordo UE-USA di marzo aveva come obiettivo di ottenere da Washington un rafforzamento delle protezioni dei dati personali per il commercio elettronico, equivalenti a quelle offerte dalla direttiva europea, entrata in vigore il 25 ottobre 1998.
Ora, gli eurodeputati hanno votato una risoluzione nella quale hanno fatto notare che il livello di protezione offerto dal sistema americano di trasmissione dei dati “Safe Harbour” era insufficiente.
Secondo loro, questo sistema non prevede la possibilità per ogni individuo di poter ricorrere alla giustizia in caso di infrazione al principio di protezione dei dati personali, ne l’obbligo di riparare i danni morali o finanziari subiti.
Per il Parlamento europeo, le imprese americane non sono tenute inoltre “a cancellare i dati a carattere personale ottenuti o trattati in maniera illecita”.
Hanno, dunque, chiesto alla Commissione europea di trasmettere la risoluzione alle autorità americane e di rivedere la sua posizione.
Questo ha messo in imbarazzo il commissario europeo incaricato del dossier, Frits Bolkenstein, che aveva tentato di convincere i deputati della bontà dell’accordo con gli Stati Uniti.
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