Martedì e mercoledì ha preso forma una sorta di trilogia sulla resistenza al digitale, Più facendo muro che portando argomenti di penso (di cui si sentirebbe anche il bisogno). Protagonista sottotraccia, la cultura materiale.
Chiudo oggi la trilogia con un’esperienza estemporanea, appena accaduta, legata a una necessità professionale di ricercare informazioni trovate tra l’altro dentro un trattato di Timotheo Rossello, Della summa de’ Secreti universali. Serviva ritrovare alcune pagine dedicate alla fabbricazione dei colori, con passaggi come questo:
Piglia granelle di spino cervino del mese di Settembre, però che sono mature, & pigliane la quantità che tu vorrai, e pestale un poco, & mettile in un paroletto & ponerai tanto aceto bianco, o vero vino che copra, e no più, & metti un poco di allume di rocca spolverizata, & lascialo bollire tanto che diresti sei pater noster.
L’ho trovato tramite Google Libri, che permette di guardare il manoscritto – in diverse edizioni – via browser oppure scaricarlo come documento PDF, indipendente o legato alla app di lettura per Google Play oppure iOS. Gratis (nella forma intesa da Google, ovviamente) e senza togliere niente a nessuno; il libro non esiste in commercio e Timotheo Rossello è scomparso da alcuni secoli, come il suo editore.
Avrei potuto alternativamente scegliere la cultura materiale e puntare a una copia del manoscritto originale, magari passando una giornata a perlustrare le biblioteche storiche di Milano. Oppure affidarmi ad AbeBooks, che indica una copia in vendita al modico prezzo di 3.800 euro.
Non escludo che una ricerca più approfondita fuori da Internet possa portarmi nel giro di qualche giorno a spuntare un prezzo migliore. Nel frattempo posso dire di avere apprezzato questa frangia del delirio digitale al quale Roberto Vecchioni tiene a cantare la sua non appartenenza.