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Il ministero delle Finanze non ama i Macintosh

08 Marzo 1999

Il ministero delle Finanze non ama i Macintosh

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Da qualche tempo, i professionisti che lavorano su PC IBM compatibili possono accedere al Catasto e fare la dichiarazione dei redditi per via telematica. I programmi realizzati e diffusi gratuitamente dal ministero delle Finanze non funzionano però con i sistemi Macintosh.

Con quella che viene definita “Operazione Fisco Telematico”, il ministero delle Finanze offre a molti professionisti e alle associazioni di categoria, la possibilità di compilare la dichiarazione dei redditi per via telematica. Parimenti, è in atto un processo d’informatizzazione delle procedure catastali che potranno essere eseguite direttamente in Rete.

Per facilitare la transizione verso questo nuovo sistema, lo stesso ministero, attraverso la società Sogei del gruppo IRI, ha anche sviluppato degli specifici programmi, conosciuti con i nomi di Docfa, Pregeo, Acquisiz e Nota, che si possono scaricare gratuitamente dal sito Internet http://www.finanze.it. Negli intenti del ministero c’è, dunque, la volontà di creare un migliore servizio ai cittadini attraverso l’utilizzo di strumenti informatici, salvo una piccola omissione: questi programmi sono stati resi disponibili esclusivamente per sistemi operativi DOS e Windows.
Da due anni Apple innalza la sua voce di protesta senza riuscire ad arrivare a una risoluzione concreta del problema.

Da tempo Enzo Biagini, amministratore delegato di Apple Italia, si appella alla par condicio informatica e chiede una comunicazione di un piano preciso di rilascio di ciascun programma, con tempistiche chiare e sicure. Nel sito del Ministero, nella sezione FAQ, continua a essere presente la rassicurante citazione che entro febbraio saranno rilasciate le versioni Macintosh dei programmi in questione. Ma, sebbene non sembrino esserci impedimenti di tipo economico né di qualsiasi altro tipo per rimediare a questa situazione discriminatoria, ad oggi ancora nulla è cambiato.

“Il processo d’informatizzazione della pubblica amministrazione non può avvenire a danno di una discriminazione degli utenti – ha affermato Enzo Biagini – siamo in presenza di una situazione di concorrenza distorta che arreca un danno notevole a tutti quei professionisti che, per il loro lavoro, utilizzano computer Macintosh”.
E sembrano essere tanti visto che i dati Apple parlano di circa il 45% dell’utenza professionale che utilizza computer Macintosh. Apple Computer si fa quindi portavoce delle tante proteste e segnalazioni che sono arrivate da parte degli utilizzatori di computer Macintosh fin dal 1996, anno del rilascio del primo software, nel tentativo di rimuovere questa disparità di trattamento.

La vicenda è aperta da più di un anno, precisamente dal marzo del ’97, quando Apple invia una prima segnalazione di concorrenza irregolare all’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato per avere un intervento chiaro nei confronti del Ministero.

Il bollettino dell’Antitrust viene pubblicato, però, solo nel dicembre del ’98, mese in cui anche il Codacons si muove e denuncia la situazione, e fa riferimento a una distorsione della concorrenza del mercato interessato e all’onere economico che gli utenti Macintosh subiscono a differenza degli utenti di PC IBM compatibili.

Al fine di rimuovere la discriminazione, l’Antitrust propone anche una seconda soluzione: il ministero potrebbe non produrre alcun software, ma fornire i codici in modo tale che gli operatori possano sviluppare autonomamente i programmi per qualsiasi piattaforma.

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