Come nella più fulgida tradizione americana, uno solo rimane a combattere contro il “cattivo”. Nel “mezzogiorno di fuoco” sull’accordo amichevole, solo il Massachusetts continua il duello con Microsoft.
Lo Stato americano, infatti, ha depositato presso la Corte d’appello un documento dove reitera la sua opposizione all’accordo amichevole sottoscritto, nel novembre del 2001, da Microsoft e governo.
“Le crepe sono profonde – è scritto con durezza nel documento del Massachusetts – Fallisce nel tentativo di mettere fine alla condotta illegale di Microsoft e non fa nulla per restaurare la concorrenza su un mercato monopolizzato o per impedire a Microsoft di ricorrere a metodi simili nel medesimo obiettivo illegale”.
Le due parti, così, si ritroveranno il 4 novembre davanti alla Corte d’appello per presentare le loro argomentazioni a favore e contro l’accordo suggellato dalla giudice Colleen Kollar-Kotelly nel novembre 2002.
Secondo l’azienda, le sanzioni che lo Stato vuole siano applicate, andrebbero a vantaggio esclusivo dei suoi concorrenti e non ai consumatori.
Di fatto, a vedersela con il colosso mondiale del software sarà lo Stato del Massachusetts, dopo che anche la Virginia Occidentale ha deciso di abbandonare la lotta.
Erano partiti in venti nel 1998, per presentare istanza insieme al governo (allora amministrazione democratica di Clinton) contro la posizione monopolistica di Microsoft e, pian piano, avevano lasciato il campo avverso accettando l’accordo amichevole che nel frattempo il governo Bush aveva raggiunto con l’azienda.