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Il giudice respinge la richiesta di sospensione presentata da Microsoft

16 Gennaio 2002

Il giudice respinge la richiesta di sospensione presentata da Microsoft

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Il giudice Colleen Kollar-Kotelly, incaricata del nuovo processo di primo grado contro Microsoft non ne può più e vuole chiudere in fretta.Lo dimostra il rigetto, durante un’udienza, della richiesta dell’azienda …

Il giudice Colleen Kollar-Kotelly, incaricata del nuovo processo di primo grado contro Microsoft non ne può più e vuole chiudere in fretta.
Lo dimostra il rigetto, durante un’udienza, della richiesta dell’azienda di una sospensione di quattro mesi per la ripresa del processo con gli Stati che non hanno partecipato all’accordo amichevole concluso con il dipartimento di Giustizia.

Le udienze dovrebbero permettere al giudice di decidere quali sanzioni comminare a Microsoft, riconosciuta colpevole di pratiche monopolistiche e dovrebbero riprendere l’11 marzo.
Un ulteriore sospensione porterebbe le udienze “ad agosto o settembre”, come sostiene il giudice.

Nella domanda di proroga, depositata il 21 dicembre, Microsoft stima che il calendario stabilito fino a settembre dal tribunale dovrebbe essere modificato “riguardo all’importante allargamento del campo delle richieste da parte degli Stati che non partecipano all’accordo amichevole”.

I nove Stati ancora in processo contro Microsoft (che ricordiamo sono: California, Connecticut, Florida, Iowa, Kansas, Massachusetts, Minnesota, Utah e Virginia Occidentale) e il Distretto di Columbia dove si trova la capitale federale Washington, si erano opposti alla richiesta dell’azienda dichiarando che il gruppo “avrebbe tutto da guadagnare in un ritardo”.

I nove Stati, come è noto, vogliono costringere l’azienda a commercializzare una versione “leggera” del sistema operativo Windows. Una versione, dunque, senza il browser, il software di lettura dei file multimediali e di messaggeria istantanea.

Richieste che fanno venire i sudori freddi ai dirigenti Microsoft, soprattutto dopo che il giudice ha dichiarato che queste proposte di sanzioni corrispondono alla natura del processo e, quindi, si rifiuta di limitare l’ampiezza delle stesse sanzioni.

Una nuova udienza è prevista per la metà di febbraio, mese alla fine del quale terminerà il periodo di 60 giorni di consultazione pubblica sull’accordo amichevole sottoscritto tra Microsoft e il governo americano, al quale si sono aggiunti nove Stati.

L’azienda avrà ancora altri 30 giorni per rispondere ai commenti, dopo di che il giudice si pronuncerà sull’accordo. Ma questa è un’altra storia e un altro giudice…

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