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Il giornalista nell’era di Internet

24 Maggio 2001

Il giornalista nell’era di Internet

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Una conferenza, tenutasi il mese scorso negli Stati Uniti, ha cercato di fare il punto sul ruolo del giornalista nell'attuale sistema dei media, caratterizzato da strategie comunicative inedite e potenzialmente deflagranti

Le nuove strategie di comunicazione che utilizzano la Rete come canale preferenziale stanno cambiando rapidamente alcune delle convinzioni acquisite durante l’era della carta stampata. I media tradizionali sono ormai affiancati alle nuove tecnologie della comunicazione che favoriscono modelli di interazione sociale particolarmente interessanti per chi si occupa di informazione.

Naturalmente, il cambiamento deve essere accompagnato da una fase di riflessione sul ruolo che vengono ad assumere le strategie comunicative tradizionali in uno scenario profondamente mutato come quello contemporaneo. Si deve riflettere anche su come può cambiare la figura del giornalista all’interno di un contesto in cui le fonti di informazione si moltiplicano in modo incontrollabile.

In una recente conferenza svoltasi a Berkeley, organizzata dalle scuole di giornalismo dell’Università della California del Sud e dell’Università di California, si sono affrontate le diverse problematiche connesse alle strategie di pubblicazione sui nuovi media, cercando di mettere in evidenza i fattori di profondo cambiamento nel settore del giornalismo.

Uno dei più rilevanti elementi di novità è la nascita di siti che pubblicano informazioni non provenienti dai media tradizionali. Ci sono diversi organismi non governativi che si occupano di informazione in relazione a settori specifici. Ad esempio CrisisWeb per le crisi internazionali, Aegis per la lotta all’Aids e Scorecard per l’ecologia.

Spesso, tuttavia, nonostante si tratti di fonti sempre più consultate dai lettori, l’operato di questi enti è guardato con diffidenza dal mondo del giornalismo cartaceo, per il fatto che risulta difficile valutare l’attendibilità delle informazioni diffuse via Internet.

Un altro elemento di forte novità è rappresentato da quei siti sui quali gli utenti hanno l’opportunità di pubblicare direttamente informazioni e commenti. Tra i siti che applicano questo modello ci sono Slashdot per l’informazione tecnologica, Plastic per le informazioni di carattere generale e ePinions per i consigli ai consumatori.

La discussione sullo scenario delineato ha fatto emergere alcune considerazioni interessanti. Innanzitutto, appare evidente che la struttura delle imprese specializzate nel settore dell’informazione assomiglia sempre più a quella di tutte le altre imprese. Nick Denton, ex giornalista e presidente del sito Moreover, ha proposto di eliminare le figure dell’editore, del capo redattore e dei segretari di redazione, per fare dei media un archivio di dati dotato di un motore di ricerca. “Il valore economico non è nel contenuto – ha affermato Denton – ma nel fatto di permettere alla gente di guadagnare tempo”.

In secondo luogo, sono stati evidenziati alcuni trend che porteranno a cambiamenti piuttosto rilevanti. Riduzione dell’importanza attribuita alla figura del giornalista, informazioni e notizie sempre più frammentate, maggiore richiesta di interattività e incremento dello scambio di informazioni orizzontale, ovvero direttamente tra gli utenti e senza la mediazione del giornalista.

Infine, si è cercato di individuare le possibili evoluzioni del ruolo dei giornalisti. Katherine Fulton, consulente di diverse compagnie di media, ha evidenziato alcune competenze che entreranno a far parte del know how dei giornalisti online. Sarà fondamentale la capacità di integrare le comunità di utenti nel processo di produzione delle informazioni. Inoltre, il giornalista dovrà sapere gestire le configurazioni di notizie più adatte a stimolare l’interesse dei lettori, in un panorama estremamente frammentato come quello rappresentato dalla Rete.

Link:
http://www.intl-crisis-group.org/
http://www.aegis.org
http://www.scorecard.org
http://www.slashdot.org
http://www.plastic.com

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