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Il giornalismo online entra nel sindacato

18 Aprile 2000

Il giornalismo online entra nel sindacato

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Per i giornalisti italiani il 12 aprile rappresentrà in futuro una data storica, il momento dell'ingresso ufficiale del giornalismo online nel sindacato di categoria, a convalida del cambiamento determinato da Internet

Il 12 aprile 2000 è stata costituita ufficialmente a Roma la sezione del sindacato di categoria(Fnsi) che si occuperà del giornalismo online. Già da tempo la Federazione nazionale della Stampa era attiva sul fronte delle nuove tecnologie. Le trattative con gli editori per la firma del nuovo contratto di lavoro hanno dato un impulso decisivo all’istituzione formale del nuovo organismo. L’obiettivo primario della sua attività sarà quello di richiedere l’estensione delle regole e dei diritti previsti dal nuovo contratto anche ai giornalisti che lavorano in Rete.

Paolo Serventi Longhi, segretario della Fnsi, ha spiegato: “Confermiamo la disponibilità ad aprire il contratto alle esigenze specifiche del Web e quindi a un confronto negoziale sulle regole più flessibili di quelle attuali e a un quadro normativo adeguato ad un mezzo la cui natura è ancora indefinita”. A proposito del nuovo contratto di lavoro, valido dal 30 settembre prossimo per quattro anni, la piattaforma proposta dal sindacato è stata approvata.

Serventi Longhi ha chiarito: “Siamo consapevoli delle rapide mutazioni del settore e della tendenza alla deregolamentazione: col nuovo contratto non vogliamo difendere interessi corporativi, ma riaffermare il ruolo di ineludibile centralità dei giornalisti ovunque si produca informazione”.

Già da tempo il sindacato ha proposto di distinguere i giornali telematici professionali dalle tante iniziative dilettantesche presenti in Rete, con un marchio di qualità. Gli organi di categoria, dunque, intervengono in modo deciso per ordinare la caotica circolazione di informazioni su Internet. “La New Information – ha puntualizzato Serventi Longhi – ha bisogno di regole a tutela del cittadino moderno”.

In un ambito strettamente giornalistico, è fatale che la riorganizzazione dei flussi informativi richieda anche nuovi criteri per la produzione e la diffusione delle notizie. Altrettanto inevitabile è la polemica che contrappone gli esponenti di una concezione liberale della circolazione delle informazioni a chi auspica invece una regolamentazione.

Sembra eccessivo il timore paventato da alcuni che l’intervento prescrittivo degli organi della categoria giornalistica possa soffocare la libera circolazione delle idee in Rete. La libertà rimane compatibile con l’esigenza di etichettare i veri giornali con un marchio di qualità: nessuno potrà mai censurare gli altri organi d’informazione che ne siano sprovvisti.

* Federazione nazionale stampa italiana http://www.fnsi.it/

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