Ciò che succede, insomma, è che sembra esserci una particolare attenzione verso l’innovazione e l’implementazione tecnologica a discapito dell’informazione, intesa erroneamente come elemento virtuale e sfuggevole, primo di una sua concretezza e materialità. Nel tentare di dare corpo all’informazione, per considerarla come un ‘oggetto concreto’ dotato di sue specifiche proprietà, un primo passo da compiere potrebbe consistere nel descrivere brevemente cosa sia oggi l’informazione, quali sono gli aspetti che effettivamente la caratterizzano: l’obiettivo è quello di tracciare una definizione più esaustiva, per poi illustrare l’orizzonte delle soluzioni.
Da diverso tempo l’informazione, alla tradizionale dimensione grafico-espressiva, unisce una dimensione prestazionale che genera capacità di azione e reazione fino ad ora sconosciute. Si pensi alle interfacce grafiche in genere, nelle quali l’informazione con cui interagiamo non è data solo da una serie di elementi grafici fissati in un supporto, come accade, ad esempio, in un libro, ma di elementi che contengono le istruzioni che ne permettono l’esecuzione pratica, predisposti a compiere, per interazione diretta, un’azione automatica. Inoltre, accade anche che di fronte ad un computer, o quando siamo connessi alla rete, si abbia la percezione di non avere sempre tutto sotto controllo, che un sistema computazionale non opera solo per automatismo, ma assume e manifesta comportamenti che lo fanno percepire come dotato di una sua soggettività, nel senso che le attività programmate di tali sistemi appaiono come spinte da impulsi autonomi. I mezzi informatizzati, infatti, vivono un momento evolutivo che potremmo definire di autonomia costitutiva dell’informazione, nel senso che, pur compiendo delle attività automatiche, l’informazione e le tecnologie informatizzate sono progettate per agire e comportarsi come se fossero delle entità in grado di comprendere e decidere autonomamente le proprie azioni. Accade quindi nei sistemi comunicativi informatizzati che l’afflusso dei dati non dipende necessariamente dall’azione dell’uomo, ma avviene in modalità automatica e autonoma, e ciò è indicativo sia del nuovo stato materiale dell’informazione, sia delle problematiche che il progettista si trova ad affrontare. Con l’intenzione di sottolineare l’autonomia e l’automaticità dell’informazione, ma anche l’intervento progettuale del designer, potremmo definire questo insieme di condizioni con il neologismo auto-nomatico, che indica ai suoi estremi l’autonomia (auto-) e l’automaticità d’azione (-matica), sottolineando che al suo interno esiste un nómos, cioè regole e modalità di codifica che sono un’opera di design, sono stabilite dal progettista. Nómos sta quindi ad indicare che il progettista, nel dare corpo all’informazione, stabilisce il set degli elementi e delle regole che ne permettono il funzionamento automatico e autonomo: nella sostanza stabilisce le regole del dimensionamento e le regole dei gesti e delle azioni che configureranno un sistema.
Configurare l’informazione
Il connubio fra la dimensione computazionale e quella rappresentativa pare inscindibile. Tutto ciò che incontriamo, dal desktop del computer alla rete, si configura come sistema grafico-informativo costitutivamente automatico e caratterizzato da un certo grado di autonomia operativa, dove le componenti formali sono espressione delle modalità organizzative, di funzionamento e d’uso dell’informazione.
Ad un primo livello, il configurarsi dell’informazione può essere l’espressione di una teoria, dove le capacità performative del computer permettono di simulare, creare e analizzare fenomeni complessi, in cui la rappresentazione stessa è espressione delle logiche che governano il funzionamento di un dato sistema. In questi casi, l’analogia con i sistemi organici determina che l’informazione si configura come un automa cellulare, è in grado di manifestare comportamenti antropomorfi e addirittura capace di evolversi indipendentemente dalle condizioni e caratteristiche definite dallo stesso progettista. Ciò accade in particolar modo nell’ambito dei sistemi di vita artificiale, dove l’utilizzo di algoritmi genetici, che simulano il comportamento di semplici organismi, dota l’informazione delle istruzioni necessarie alla propria replicazione e della capacità di manifestare comportamenti ed evoluzioni inedite o impreviste.
Poi, il fatto che le macchine connesse in rete costituiscono oramai un’entità a sé stante, e come direbbe Kevin Kelly, un superorganismo, ci porta al secondo punto, in cui le strutture, le relazioni e le quantità di dati trattati dai sistemi informatizzati prendono corpo in diverse forme rappresentative per consentire il controllo e la manipolazione da parte dell’uomo. Incontriamo perciò sistemi che strutturano grandi quantità di dati in mappe, grafi e diagrammi per permettere l’analisi dei fenomeni in corso e il loro affinamento operativo, sistemi che sfruttando le stesse forme rappresentative sono browser per l’accesso e la navigazione dei dati, sistemi che monitorando le complesse relazioni e interazioni fra utenti e sistemi ci consentono di comprenderne le logiche e i meccanismi d’uso.
I casi appena citati sono il risultato di un’attività progettuale sempre più incentrata sul definire le condizioni e le predisposizioni che determineranno la corrisponedenza tra la forma e il funzionamento di un sistema. Possiamo quindi osservare, come punto conclusivo, che il corpo dell’informazione è oggi manifestazione di proprietà grafico-formali, automatico-funzionali e autono-comportamentali, sia quando intesa come micro-entità, sia quando intesa in configurazioni più complesse. In questo senso, l’informazione grafica-autonomatica non ha alcun che di virtuale, ma è l’insieme di proprietà espressive e funzionali che, in unione, gli conferiscono un aspetto (design) e una capacità d’azione (regia), un insieme di forme e funzioni che permettono all’uomo di interagire con essa, un insieme di modi e logiche che determinano il processo di configurazione di questi sistemi che, nelle loro componenti hardware e software, sono propriamente dei sistemi computazionali, mentre nelle loro componenti grafico-espressive, sono propriamente dei sistemi grafico-informativi.