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Il computer nella vita di ogni giorno

20 Novembre 2003

Il computer nella vita di ogni giorno

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L'attuale periodo storico sta vedendo grandi trasformazioni tecnologiche ed è caratterizzato soprattutto da un'applicazione sempre più vasta dei computer. In esclusiva per i lettori di Apogeonline un capitolo tratto da "ECDL Il manuale"

La Rivoluzione Industriale aveva liberato, almeno in parte, l’uomo dai lavori manuali pesanti, alleviando il lavoro fisico e muscolare e sostituendolo con mezzi incomparabilmente più potenti.

Nel periodo attuale, che può essere a ragione definito la Rivoluzione Iinformatica, l’uomo viene liberato da quella parte di lavoro materiale ma soprattutto mentale consistente nell’esecuzione manuale di gruppi di compiti prefissati.

È importante notare che la rapidità con cui il computer si sta affermando non conosce eguali nella storia dell’uomo; basti pensare che già dal 1993 il numero di computer venduti al mondo superava quello delle automobili. Se il settore automobilistico si fosse sviluppato allo stesso ritmo di quello informatico, oggi sarebbe possibile vedere sul mercato una Rolls Royce al costo di 15 euro, e capace di fare oltre un milione di chilometri con un litro di benzina!

Quando un computer è più adatto di una persona?

I primi computer comparsi nella seconda metà degli anni Quaranta vennero denominati “cervelli elettronici”, riconoscendo loro improprie capacità. Con il tempo questa definizione si è persa perché è risultato sempre più chiaro che una macchina, per quanto sofisticata e intelligente come il computer, non può, e non potrà ancora per molto tempo, raggiungere risultati paragonabili a quelli di un cervello umano.

Possono essere elencati tantissimi casi in cui la velocità e la precisione del computer superano di gran lunga quelle dell’uomo, basti pensare a tutte le situazioni in cui sono richiesti calcoli matematici (ad esempio l’astronomia, le costruzioni e le opere civili, la scienza delle finanze, l’elettronica), oppure dov’è necessario effettuare operazioni ripetitive e su una grande mole di dati (come nei censimenti o nell’anagrafe tributaria). Nonostante questa lista possa diventare molto lunga, non potranno mai rientrare in essa le attività in cui contano la creatività, la fantasia, la valutazione di strategie e la capacità di prendere decisioni equilibrate, oppure quei compiti che implicano considerazioni tipicamente umane per i quali è impossibile scrivere programmi. Com’è possibile infatti che un computer riesca a svolgere un compito espresso in forma discorsiva o generica?

Malgrado i limiti riscontrati, il computer è capace di portare notevoli miglioramenti in tutti i campi, ed è importante conoscerlo e saperlo usare per sfruttare le possibilità da esso offerte.

Cos’è la società dell’informazione?

L’espressione società dell’informazione si è affermata nell’ambito dell’Unione Europea, che da diversi anni segue da vicino l’impatto sui cittadini europei dei cambiamenti organizzativi e sociali che scaturiscono dalla rivoluzione informatica e della comunicazione.

Due strumenti tecnologici, e possibilmente la loro integrazione, stanno alla base di questa rivoluzione: la televisione e il computer. Ovviamente attorno a questi due strumenti gravitano tutte le tecnologie aggiuntive come la parabola satellitare, il decoder, il televideo, il videoregistratore per la televisione e il CD-ROM, il modem, l’accesso a Internet e altri per il computer.

Mentre il televisore e i suoi accessori conoscono ormai una diffusione di massa (in Europa, secondo un recente sondaggio curato dall’Unione Europea, il 78,6% dei cittadini possiede un videoregistratore), il computer sta conoscendo una forte espansione proprio in questi ultimi anni. Sempre secondo lo stesso sondaggio, il 27,6 % dei cittadini Europei ha a casa un computer e il 40% lo usa al lavoro, ma ciò che può aiutare a comprendere le prospettive di diffusione del computer è il fatto che oltre il 20% degli intervistati (corrispondenti a circa 60 milioni di persone) è interessato a comprarlo e a utilizzarlo per collegarsi a Internet. Questi numeri permettono di prevedere che ben presto il computer sarà presente nelle case degli europei alla stregua della televisione, e che la stragrande maggioranza di essi sarà collegato alla Rete mondiale dei computer.

La possibilità di collegarsi a tutti gli altri computer sparsi sul pianeta permette all’utente di incrementare a dismisura i propri mezzi di informazione e comunicazione, ma non solo questo. Ci sarà infatti un forte cambiamento, già in atto, anche nel modo di lavorare e nella vita sociale; alcuni esempi riguardanti queste nuove applicazioni saranno riportati nei successivi paragrafi.

Come tutti i fenomeni che coinvolgono la grande massa, l’impiego delle tecnologie dell’informazione presenta le due facce della medaglia: da un lato porta con sé dei grossi vantaggi, soprattutto un notevole potenziale di creazione di ricchezza, di standard di vita più elevati e di migliori servizi, dall’altro notevoli rischi connessi agli effetti che ciò può avere sugli equilibri della società odierna.

Questi rischi possono essere condensati in due domande:

  • I posti di lavoro che creerà questo nuovo modo di vivere saranno maggiori di quelli che distruggerà?
  • Il divario culturale e intellettuale già esistente tra chi può e chi non può permettersi di usare le nuove tecnologie aumenterà a discapito di chi rimarrà emarginato da questo processo innovativo?

Questi pericoli potranno essere evitati se ci sarà il giusto atteggiamento nei confronti della società dell’informazione sia a livello istituzionale e governativo, sia a livello del singolo cittadino. Le istituzioni dovranno progettare e portare a compimento piani di alfabetizzazione di massa, in modo da offrire ai cittadini la reale opportunità di un maggior controllo sulla propria vita. Dall’altro lato i cittadini dovranno rapportarsi con le nuove tecnologie e guardare a esse come fonti di nuove opportunità.

Impiego delle più comuni applicazioni di ufficio

I sistemi di prenotazione (booking)

I sistemi CRS (Central Reservation System) sono sistemi di prenotazione (booking) telematici nati negli anni Sessanta per iniziativa delle grandi compagnie aeree americane. Essi consentono all’agente di viaggio di verificare la disponibilità e di prenotare in tempo reale i voli, gli alberghi, le auto a noleggio, i traghetti e i treni attraverso la digitazione di semplici codici sul terminale della propria agenzia. Aderendo al servizio CRS, l’albergatore, il noleggiatore, la compagnia aerea ecc. vedranno il proprio prodotto inserito in tutti i principali sistemi telematici mondiali, utilizzati da agenti di viaggio e grandi ditte.

Attualmente sono circa 450.000 i terminali di agenzia di viaggio collegati in tempo reale ai diversi sistemi CRS in tutto il mondo. Nessuna agenzia di viaggio che faccia da biglietteria aerea può ormai fare a meno di un sistema CRS. Infatti, la deregulation dei voli aerei avvenuta negli anni Ottanta ha creato una tale babele di prezzi e di offerte che solo un collegamento in tempo reale con le stesse compagnie aeree può garantire all’agente di viaggio l’informazione necessaria. Inoltre, solo con un collegamento simile si può fornire al cliente immediata disponibilità e conferma del volo richiesto.

Le elaborazioni di richiesta di assicurazioni

Grazie alla diffusione dell’utilizzo dei PC e di Internet, anche le compagnie assicurative si sono organizzate in maniera da offrire i prodotti online, riuscendo così a concludere i loro affari essenzialmente via telefono o appunto via Internet. In Italia, a differenza di altri Paesi europei, questa forma di vendita ha ancora una diffusione contenuta, anche se sta già riscuotendo un discreto consenso nei settori RC auto e tutela legale.

La crescente diffusione di questo tipo di servizio si spiega principalmente con il fatto che la stipula di una polizza assicurativa diretta è di solito molto più conveniente per il consumatore rispetto a un contratto sottoscritto davanti a un mediatore o in agenzia. In questo caso, infatti, le compagnie non devono mantenere costose reti di distribuzione, sicché anche i premi assicurativi, e le tariffe applicate al cliente, possono essere abbassati. Il cliente ha inoltre il vantaggio di non essere esposto a fastidiose “sollecitazioni all’investimento” da parte dell’intermediario.

Dopo una consulenza telefonica od online è possibile richiedere un preventivo scritto e valutarne le condizioni con tutta calma, prima di sottoscriverlo. In caso di sinistro, l’assicurato può contattare un numero verde: il call center della compagnia di assicurazione provvederà a indicargli tutte le azioni necessarie per la liquidazione del risarcimento. Un altro vantaggio è costituito dall’impagabile comodità di poter concludere il contratto direttamente dalle proprie mura domestiche.

I servizi bancari online

La forte crescita della domanda di servizi bancari e finanziari online ha bruciato tutte le più ottimistiche previsioni: entro la fine del 2003 si ritiene che in Italia oltre tre milioni di clienti avranno un conto bancario online. In seguito a questa tendenza, le banche italiane stanno puntando alla diversificazione dell’offerta e alla ricerca di nuovi servizi in grado di incrementare il valore aggiunto dei propri canali elettronici. I risultati delle ultime ricerche evidenziano inoltre un crescente interesse del consumatore per le notizie finanziarie e per i prodotti, per i grafici di andamento dei mercati e per le informazioni sulla propria situazione finanziaria. La banca deve quindi essere caratterizzata dalla massima “multicanalità”: l’erogazione di servizi ad alto valore aggiunto attraverso i mezzi di comunicazione più diffusi, come Internet, telefonia mobile e fissa, televisione ecc.

Dal lato dell’utente, l’informatizzazione delle banche ha portato in particolare alla disponibilità di una vasta gamma di servizi personalizzati, come la consultazione delle informazioni riferite al conto corrente, la gestione di operazioni di Borsa, la possibilità di effettuare bonifici e pagamento delle utenze ecc., facilmente fruibili dal PC grazie a una semplice connessione Internet. A questo insieme di servizi si dà generalmente il nome di e-banking.

Impieghi delle più comuni applicazioni amministrative

E-government

Il computer, entrando in maniera veemente nella nostra vita, ha aperto nuovi scenari anche nello sviluppo dei servizi rivolti ai cittadini da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Nel giugno del 2000 è stato varato dal Comitato dei Ministri per la società dell’informazione un piano d’azione denominato E-government, destinato a modificare radicalmente il rapporto tra il cittadino, l’impresa e la Pubblica Amministrazione. In questo contesto, chi usufruisce dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione lo farà in Rete, utilizzando una “identità informatica”. Per questa ragione è indispensabile l’utilizzo di strumenti come la firma digitale, per l’autenticazione, l’integrità e il non ripudio dei documenti inviati, e la Carta d’Identità Elettronica (CIE), per l’identificazione e autenticazione forte di chi usufruisce del servizio nelle transazioni sulla Rete.

I sistemi attuali di comunicazione su rete (posta elettronica, Web, FTP ecc.) non permettono controlli efficaci sulle identità delle persone e degli enti coinvolti nelle transazioni, non danno garanzie di non manipolazione dei messaggi e non permettono di inviare e ricevere messaggi confidenziali. Queste limitazioni impediscono la realizzazione di servizi evoluti su supporto elettronico di rete, quali la comunicazione di dati ai soli aventi diritto, l’emissione e la ricezione di atti verso terzi, la possibilità di avviare forme di pagamento elettronico via Internet. Occorre quindi passare da un sistema di pubblicazione valido per i soli dati che già ora sono “pubblici” per legge a un sistema di “identità digitale” in cui le persone siano identificate in modo più forte e certo.

Le tecnologie per l’identità digitale sono basate su crittografia a chiave pubblica, tecnica che utilizza due chiavi, una pubblica e una privata, per permettere servizi quali l’autenticazione del mittente (garanzia di identificazione), l’autenticazione del messaggio (garanzia di non manipolazione dello stesso) e la riservatezza del messaggio (garanzia di segretezza).

Il voto elettronico

In questo contesto di ricerca assoluta di sicurezza e di identificazione del richiedente di un servizio, si inserisce il problema del voto elettronico, che si comincia a sperimentare oggi, dopo uno o due secoli nei quali si è votato con schede cartacee scrutinate pubblicamente.

Il voto elettronico è null’altro che un segnale elettrico che, dopo essere durato un millesimo di secondo, scompare per sempre lasciando come unica traccia un codice memorizzato su un qualche supporto informatico. Ciò porta a una serie di problematiche.

Il meccanismo elettorale deve ammettere al voto solo quelli che ne hanno diritto e, ovviamente, garantire la veridicità dei risultati e la segretezza del voto. Il suo buon funzionamento è di fondamentale importanza ai fini dei risultati del voto: errori o brogli elettorali possono attribuire il potere politico a chi non ne avrebbe diritto.

Non esistendo alcun voto “fisico” e controllabile, l’unico modo di verificare i risultati è quello di contare i codici memorizzati durante il voto. Questa operazione sarebbe inutile come il verificare i risultati delle elezioni attuali controllando i verbali delle sezioni non avendo a disposizione le singole schede: non si potrebbe infatti fare altro che confermare quanto riportato nei verbali (nel voto tradizionale) o nei supporti informatici (nel voto elettronico). In questo contesto non fa male ricordare che qualsiasi dato memorizzato in qualsiasi computer può essere modificato (specialmente dal gestore del computer) in modo tale che, senza riscontri esterni, nessuno si possa mai accorgere di tali modifiche. Pertanto, nessun risultato del voto elettronico sarà mai ne certo ne sindacabile poiché eventuali alterazione dei dati non potranno mai essere provate.

A questo punto, si potrebbe pensare di risolvere il problema utilizzando quei mezzi tecnici che da decenni, ormai, ci permettono di effettuare le normali transazioni elettroniche (Bancomat, carta di credito ecc.). Ma in realtà non è possibile (e chi lo afferma mente sapendo di farlo), perché ci sono delle differenze ineliminabili tra le transazioni elettorali e quelle commerciali, e tali differenze non permettono l’uso degli stessi sistemi tecnici per le une e le altre (a meno di sacrificare la segretezza del voto).

È strano che nel nostro Paese non ci sia alcun dibattito riguardo al voto elettronico, mentre in molti dei Paesi più sviluppati c’è un acceso dibattito sull’opportunità di votare elettronicamente; ad esempio, gli Stati Uniti non hanno ancora utilizzato il voto elettronico su larga scala, e non certo perché non ne abbiano da decenni le possibilità tecniche od economiche.

Moduli online per le autocertificazioni

Per semplificare e snellire la macchina burocratica, è possibile provvedere autonomamente alla produzione di certificati in carta semplice senza passare dagli uffici comunali, accedendo alle home page de siti di alcuni Comuni italiani, che offrono la possibilità di scaricare i moduli per l’autocertificazione (stato di famiglia, certificato di nascita, di residenza ecc.).

Il Pubblico Registro Automobilistico

Grazie a una serie di collegamenti telematici, il PRA (Pubblico Registro Automobilistico) è in grado emettere visure direttamente dai propri uffici, purché il veicolo ricercato sia transitato sugli archivi magnetici del PRA stesso. Con un comodo sistema di prepagato è possibile sottoporre richieste di visure semplicemente facendone richiesta telefonica o via e-mail, inviando il documento che è possibile scaricare dalla Rete o via fax. Ovviamente, questo è un sistema utile, comodo e veloce per tutti coloro che hanno di frequente l’esigenza di conoscere l’ultimo stato giuridico di un veicolo senza neanche uscire dal proprio ufficio.

Dichiarazioni dei redditi

Persino le dichiarazioni dei redditi sono oggi controllate automaticamente nella Pubblica Amministrazione da appositi strumenti software. Tali programmi sono in grado di effettuare rapide operazioni di verifica sulla compilazione dei moduli e di rimandare ai contribuenti tempestive indicazioni sugli eventuali errori riscontrati.

Dall’altra parte, è oggi possibile – e in alcuni casi obbligatoria – la trasmissione telematica dei modelli di dichiarazione compilati dai contribuenti. La procedura prevede, dopo la compilazione, una codifica in file crittati (è necessario disporre di un PIN – Personal Identification Number – fornito dal Ministero delle Entrate) mediante apposito software, e l’invio tramite Web.

Il computer negli ospedali

Da almeno venti anni esistono presupposti tecnici sufficienti per procedere all’informatizzazione dei reparti ospedalieri. In particolar modo, esistono dei reparti (come quelli che gestiscono l’acquisizione dei pazienti) che – avendo quelle caratteristiche di elevato flusso di dati e di necessità di revisione rapida degli stessi – giustificano appieno una gestione informatizzata.

In questi decenni, tuttavia, l’informatica non è entrata in modo decisivo nella gestione di questi servizi. Dapprima il costo elevato, poi la scarsa duttilità dei pacchetti di software e, infine, un’attenzione al problema non certamente eccezionale hanno fatto sì che all’inizio del nuovo millennio la maggior parte dei servizi ospedalieri sia ancora gestita in modo tradizionale. Ciò è curioso, se si pensa a quanto prepotentemente l’informatica sia entrata nel nostro lavoro quotidiano, agganciata alle nuove tecnologie che accettiamo di utilizzare sempre con entusiasmo.

Con l’introduzione del documento informatico “valido e rilevante a tutti gli effetti di legge” (purché abbia i requisiti di integrità e autenticazione) le tecnologie dell’informazione sono entrate a pieno titolo nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, con conseguenze che ancora oggi non riusciamo a immaginare completamente. L’utilizzo di una cartella clinica elettronica pone pertanto dei nuovi e importanti problemi di ordine medico-legale che derivano dalle nuove disposizioni di legge che disciplinano la materia.

Vantaggi e svantaggi dell’informatizzazione della Sanità

Tutti i sistemi informatici che trattano dati inerenti la salute dell’individuo pongono problemi circa la riservatezza e la privacy, anche se offrono una sicurezza maggiore nella protezione dei dati rispetto ai sistemi cartacei:

  • l’informatizzazione permette la raccolta di una mole enorme di dati clinici in un piccolo spazio fisico, così che un estraneo può sistematicamente avere accesso a una quantità rilevante di dati (maggiore di quella disponibile con il supporto cartaceo);
  • la disponibilità di reti di computer connessi con i sistemi informativi ospedalieri può favorire un accesso non autorizzato da qualsiasi luogo e a qualsiasi ora;
  • la capacità del computer di trasmettere istantaneamente una grande quantità di dati crea il potenziale pericolo di disseminazione di informazioni cliniche senza alcun limite, cosicché la distribuzione di informazioni private può essere semplice e gratuita;
  • i computer permettono la modificazione, cancellazione o creazione di nuovi dati in maniera “invisibile”.

tipi di sistemi usati nell’educazione

L’avvento dei computer ha modificato anche l’amministrazione in ambito scolastico. Tutte quelle operazioni relative alle iscrizioni, alla gestione dei percorsi scolastici degli studenti ecc., grazie all’informatizzazione si sono razionalizzate permettendo anche di minimizzare il carico dello staff amministrativo. In molti casi (soprattutto nelle università) si sono sfruttate pienamente le opportunità offerte dai nuovi canali di delivery come il Web, identificando in un sistema self-service online accessibile ovunque e in qualunque momento la soluzione più adatta per soddisfare le esigenze dello studente.

I nuovi sistemi self-service consentono agli studenti di scegliere i corsi, controllare le disponibilità di posti, iscriversi ed effettuare i pagamenti online, evitando all’istituto o alla facoltà di dover impegnare ulteriori risorse di staff, soprattutto durante i periodi di iscrizione.

CBT (Computer Based Training)

La tecnologia dell’informazione e quella della comunicazione stanno rivoluzionando anche il campo delle metodologie didattiche, nel quale si parla sempre più spesso di CBT o Computer Based Training (in italiano: “insegnamento basato sul computer”). Il principale vantaggio offerto dall’introduzione di sistemi didattici di questo tipo è quello di dare all’utente-discente la possibilità di apprendere senza la presenza fisica di un docente, in completa autonomia, scegliendo tempi, ritmi e luoghi di fruizione del servizio.

Dopo molti studi e sperimentazioni effettuati sia nelle istituzioni scolastiche che nelle aziende, sono stati ottenuti risultati molto incoraggianti sia in termini di qualità della didattica che in termini di risparmio economico e di tempo.

L’autoistruzione mediante l’uso del computer ha comunque dei limiti e dei rischi: l’apprendimento può diventare meccanico e rigido (lo studente non può porre domande che non siano state previste) e il computer non può rappresentare un modello, come invece può esserlo un docente. Queste limitazioni possono essere ridotte con l’assistenza da parte di un tutor durante la fase di apprendimento, il quale -in presenza o a distanza – offre allo studente una maggiore coscienza di quello che sta imparando e maggiori possibilità di interazione e approfondimento.

Di seguito vengono introdotti due esempi di CBT.

Software didattico

Il termine software didattico si riferisce a quei programmi che in qualche modo intervengono nei processi educativi. Il fine di questi software è in pratica quello di supportare lezioni didattiche. Stanno trovando un’ampia diffusione nelle scuole di ogni ordine e grado, così come nelle abitazioni private, e sono in genere dedicati all’apprendimento di specifiche materie come le lingue straniere, la matematica, la musica, l’informatica. Quelli più recenti hanno contenuti multimediali e offrono validi strumenti per verificare il livello di apprendimento da parte dell’utente-discente. Possono rientrare in questa classe anche quei programmi che consentono agli insegnanti di produrre il proprio materiale didattico, come Toolbook, un sistema per sviluppare ipertesti o libri digitali.

Formazione a distanza

Il modello di formazione a distanza di prima generazione si basava sulla corrispondenza, quindi avveniva tramite supporto cartaceo, a volte corredato di cassette audio o video.

La formazione a distanza di ultima generazione utilizza la rete telematica, in cui la postazione degli utenti è generalmente composta da un computer e un modem collegato al computer dell’erogatore-docente. Secondo tempi e modalità originali, l’allievo può caricare sul proprio hard disk i contenuti del corso che sta seguendo, studiandoli nel momento e nel luogo a lui più comodi. La stessa rete telematica supporta anche l’interazione tra insegnante e studente e tra studente e studente, permettendo lo sviluppo dell’apprendimento collaborativo fondato su processi di comunicazione interpersonale. Lo strumento a disposizione per far ciò è tipicamente la posta elettronica, che sarà però presto completamente sostituita dai sistemi di audio e video-conferenza.

La formazione a distanza si sta adattando sempre più alle richieste del mercato del lavoro e alle esigenze aziendali di formazione continua. Infatti nelle piccole e medie imprese, ma soprattutto in quelle di grandi dimensioni, vi è sempre più bisogno di continui e rapidi aggiornamenti. Grazie alla formazione a distanza il dipendente può usufruire di un ambiente di auto-formazione permanente, rimanendo sul posto di lavoro. D’altro canto l’azienda riesce a contenere i costi diretti alla formazione e quelli indiretti dovuti alle perdite di tempo lavorativo da parte dei propri dipendenti.

Il telelavoro

Premessa

L’organizzazione del lavoro attuale trovò il suo assetto circa un secolo fa, grazie ai due ingegneri americani Taylor e Ford, che razionalizzarono il processo produttivo introducendo la catena di montaggio, con tutto ciò che ne è conseguito: separazione del tempo e del luogo di lavoro dalla casa, rigidità degli orari, concentrazione dei lavoratori all’interno di un’unità produttiva (officine e uffici). Questo tipo di organizzazione del lavoro rispondeva perfettamente alle esigenze e caratteristiche della produzione industriale: gli impianti di grandi dimensioni, nocivi, rumorosi non possono essere dislocati a domicilio, le materie prime utilizzate sono ingombranti, il flusso di produzione richiede che le persone lavorino una accanto all’altra. Nella società attuale, in cui la maggior parte delle persone svolgono “compiti mentali” e la materia prima che trattano è costituita da informazioni elaborate tramite computer e trasferibili ovunque in tempo reale, è spesso superfluo recarsi quotidianamente in ufficio per fare ciò che si potrebbe fare a casa o in altri luoghi. Sarebbe infatti possibile per la stragrande maggioranza dei lavoratori evitare spostamenti faticosi e stressanti, convivenze forzate con i loro capi e colleghi, semplicemente trasferendo a casa le pratiche da sbrigare o servendosi delle tecnologie dell’informazione che consentono di lavorare nella propria casa, nel proprio quartiere, in qualsiasi luogo preferiscano, mantenendosi in stretto contatto con l’azienda. I vantaggi sarebbero immensi: maggiore autonomia e tempo libero, maggiore tempo dedicato alla famiglia, ai rapporti sociali, alla vita di quartiere, minore inquinamento e migliore vivibilità delle città.

Una nuova modalità di operare

Il telelavoro è la più flessibile modalità organizzativa, resa più efficiente dai moderni mezzi di comunicazione. Esso rappresenta una pratica alternativa al modo tradizionale di progettare, organizzare e svolgere il lavoro, ed è incentrata sulla possibilità di ribaltare i vincoli della distanza e separatezza, traducendoli in opportunità imprenditoriali, organizzative, di miglioramento della qualità della vita.

Gli elementi che caratterizzano il telelavoro sono:

  • la distanza tra i soggetti implicati, che agiscono in uno spazio non fisicamente ravvicinato;
  • l’interdipendenza funzionale tra i soggetti coinvolti;
  • l’interconnessione operativa, resa possibile dall’impiego delle tecnologie;
  • la flessibilità nell’erogazione, nell’impiego e nelle pratiche di lavoro.

Queste caratteristiche fanno sì che il telelavoro rappresenti una nuova modalità di prestare la propria opera, non vincolata al tempo e allo spazio, ma dipendente dai risultati e adeguata al proprio ritmo di vita.

Modalità e forme di telelavoro

Dal punto di vista della durata di svolgimento, il telelavoro può configurarsi come modalità di lavoro:

  • permanente;
  • non permanente;
  • occasionale.

Di seguito sono riportare le principali tipologie organizzative del telelavoro. Si tratta di modalità non sempre alternative le une alle altre ma che, al contrario, spesso convivono. Infatti, le forme che più si stanno sviluppando e che sembrano destinate a prevalere nei prossimi anni sono rappresentate da un mix di telelavoro svolto a domicilio e in azienda. Occorre infine tenere presente che il fenomeno del telelavoro, per le sue caratteristiche di estrema flessibilità e utilizzo delle tecnologie dell’informazione, difficilmente può essere classificato in rigide tipologie: anche quando, al telefono, si parla di lavoro, in realtà si sta “telelavorando”. Le tipologie organizzative più diffuse sono le seguenti.

  • L’ufficio satellite. Un’impresa può delocalizzare parte delle proprie attività in aree geograficamente distanti dalla sede centrale per rispondere a esigenze strategiche (nuovi mercati), gestionali (riduzione dei costi), operative (struttura più diffusa e capillare).
  • La teleimpresa. Un’organizzazione può offrire a distanza prodotti e servizi utilizzando le tecnologie dell’informazione. In questo modo la produzione e la fornitura vengono realizzate per clienti localizzati a distanza, tramite reti di comunicazione.
  • Il lavoro mobile. In questo caso non esiste un luogo fisso di lavoro, ma tanti luoghi quante sono le sedi in cui è possibile svolgere determinate attività. Gli addetti possono comunicare con la sede centrale dal luogo di svolgimento dell’attività (sede dei clienti) o da altri luoghi (abitazione, albergo, ufficio di appoggio ecc.).
  • Il centro di lavoro comunitario o telecentro. Si tratta di una struttura di lavoro fornita di un’ampia gamma di tecnologie per la comunicazione a distanza, con una serie di servizi qualificati di assistenza e di supporto agli utenti. La struttura e i servizi vengono messi a disposizione di più utilizzatori: impiegati appartenenti a imprese diverse, lavoratori autonomi, professionisti, piccoli imprenditori.
  • I centri di quartiere. I centri comunitari possono essere localizzati in zone di residenza, sia per ridurre i costi e i tempi di spostamento nei tragitti casa-lavoro-casa, sia per conciliare alcune esigenze individuali con quelle della vita lavorativa (come nel caso della cura dei figli).
  • Il telelavoro a domicilio. Si tratta di una soluzione che realizza una nuova ricomposizione tra momenti e luoghi deputati alle diverse attività della vita quotidiana. Può essere realizzato sia da lavoratori dipendenti per un’azienda, sia da lavoratori autonomi per più clienti.

Vantaggi e svantaggi del telelavoro

Il telelavoro comporta vantaggi diretti e opportunità per tutti, fra cui i principali possono tradursi:

  • per le aziende, in termini di efficienza (maggiore produttività e flessibilità) e coordinamento di attività lavorative svolte all’esterno al pari di quelle svolte all’interno;
  • per i lavoratori, in termini di migliore qualità della vita;
  • per la società in generale, in termini di benefici ambientali, integrazione di gruppi svantaggiati, diffusione delle nuove tecnologie e delle competenze per utilizzarle, contributo allo sviluppo economico di regioni lontane, sviluppo locale di zone geografiche che altrimenti avrebbero scarsa rilevanza.

I principali svantaggi del telelavoro – o, per meglio dire, le problematiche principalmente individuate, che occorre considerare e tenere sotto controllo – possono essere così riassunti:

  • per i lavoratori: minore visibilità e carriera, isolamento, riduzione della vita relazionale esterna, minore guida e aiuto nel lavoro;
  • per l’azienda: difficoltà nella gestione dei lavoratori distanti, riorganizzazione dei processi aziendali, conflittualità con i capi intermedi.

I principali ostacoli allo sviluppo del telelavoro

Nei Paesi europei, e in particolare nel nostro, il telelavoro non ha finora avuto lo sviluppo che ci si poteva attendere in considerazione della versatilità e alternatività delle soluzioni che offre rispetto ai tradizionali modi di progettare, organizzare e svolgere il lavoro. Una prima spiegazione può derivare dall’osservazione dei dati relativi agli investimenti nelle Information and Communication Technology (ICT), i quali a livello europeo continuano a restare notevolmente al di sotto di quelli effettuati negli Stati Uniti e nel Giappone, paesi in cui il telelavoro è notevolmente diffuso. Il nostro Paese, in particolare, benché rappresenti una tra le maggiori economie mondiali, con un PIL pro-capite pari alla media europea, è quello che tra i Paesi dell’Europa occidentale investe di meno nel settore ICT. Ulteriori importanti ostacoli allo sviluppo del telelavoro possono essere imputati, per quanto riguarda l’Italia, ai costi telefonici della linea digitale, che risultano essere i più alti d’Europa; al basso livello di utilizzo delle reti di comunicazione (Internet).

Inoltre, un’ulteriore barriera allo sviluppo del telelavoro può verosimilmente essere costituita dal timore che la scelta del telelavoro faccia perdere il controllo su chi lavora, ma anche dalla paura, da parte del lavoratore, di perdere le protezioni di cui gode chi lavora in ufficio. Si può quindi presupporre, che i maggiori ostacoli allo sviluppo del telelavoro debbano ricondursi anzitutto a motivazioni di tipo culturale.

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L'autore

  • Redazione Apogeonline
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