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Il cellulare stampa in 3D

08 Aprile 2016

Il cellulare stampa in 3D

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Piccoli oggetti crescono dal display di qualunque cellulare tramite una scatoletta che ha del magico, diverte ed è accessibile.

Immaginate di inviare la foto di un oggetto a un vostro conoscente. Immaginatelo adagiare il suo cellulare su un tavolo per appoggiarci sopra una scatoletta rettangolare larga poco meno di una spanna.

Immaginatelo attendere qualche decina di minuti e quindi prelevare la riproduzione in tre dimensioni dell’oggetto la cui foto gli avete inviato.

Immaginato tutto? Ottimo, adesso allocate 99 dollari e andate su Kickstarter, dove potrete acquistare in anteprima la stampante 3D capace esattamente di concretizzare la vostra immaginazione.

O forse no, perché potreste non fare a tempo ad accaparrarvi uno dei primi esemplari che saranno disponibili da settembre. La campagna di raccolta fondi per l’intrigante prodotto in questione ha infatti raccolto quasi due milioni di euro a quindici giorni dalla scadenza, contro gli ottantamila richiesti dai due giovani inventori, e le disponibilità di stampanti da offrire in anteprima potrebbe velocemente venire meno.

Il funzionamento richiama molto quello di una stampante prototipale di cui abbiamo già parlato, creando l’oggetto per consolidamento progressivo di un’apparentemente innocua resina liquida che si versa in una vaschetta. La novità risede nel fatto che è la stessa luce emessa dal display del cellulare, sapientemente pilotata da un’apposita applicazione, che solidifica la speciale resina, strato dopo strato, ottenendo un oggetto che cresce verso l’alto, estratto dal brodo polimerico da una piccola piastra collegata a due precisi pistoni di risalita.

OLO

L’oggetto cresce con pazienza e precisione sopra il display di qualunque smartphone.

Una genialata di qualche esoterico ricercatore immerso in un improbabile laboratorio universitario straniero? Macché, i due sono italianissimi. Filippo Moroni, 39 anni designer romano, e Pietro Gabriele, 36 anni ex imprenditore edile ed esperto di elettronica, hanno fondato dapprima Fonderie digitali, un luogo d’incontro romano per lo sviluppo di idee per artigiani digitali. Quindi hanno presentato l’idea di OLO, così si chiama la nuova stampante, all’ultima MakerFaire di New York. Così i due hanno dichiarato al Corriere:

Vogliamo pensarla come la prima stampante social. […] Per stimolare la mente e la creatività di chi lo usa: ci piacerebbe che questo prodotto fosse per i nativi digitali quello che i Lego sono stati per la nostra generazione. Un invito a provare, a fare esperimenti e a inventare. Una prima spinta per avvicinarsi alla scienza.

Dal dire al fare cera di mezzo la resina giusta, ma adesso sono pronti. La società è saldamente impiantata a San Francisco, si chiama OLO 3D Inc. e la raccolta fondi promette di dare respiro e capacità di essere realmente presenti sul mercato mondiale entro fine anno.

Volete regalare un ciondolo alla fidanzata e siete troppo impegnati per uscire ad acquistarlo? Dotatela di stampante OLO e speditele un file da dove volete, quando volete. Sarà lei stessa a prelevare il vostro oggetto nel frattempo solidificatosi sul comodino. Silenziosamente, velocemente, precisamente. Quasi un contatto fisico, come foste lì. Quasi.

OLO Pack

Una stampante 3D a novantanove dollari. Per quanto piccola, è un affarone.

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