Risponde al nome Jackie Strike, è una donna americana intorno ai cinquant’anni, nata nel New Hampshire e con una passione innata per la politica. Segni particolari: è la candidata virtuale alla presidenza degli Stati Uniti, terzo incomodo nel match Gore-Bush. “È moderna e dinamica, e al contrario dei politici mortali, è sempre accessibile”.
Creare un politico virtuale può sembrare paradossale: non sono sufficienti quelli reali? Il crescente disinteresse per una politica lontana dalla gente rende poi l’operazione perdente, almeno in linea di principio. In realtà, Jackie dal suo sito Web avverte che: “Per eliminare l’apatia politica, gli elettori devono sentirsi coinvolti nel processo. Internet ha aperto nuove possibilità di comunicazione politica e chiunque è quindi invitato a prender parte alla democrazia elettronica”.
Lo scopo principale di Jackie è infatti quello di essere il primo candidato a comunicare apertamente con i visitatori del suo Quartier Generale, il cui recapito, ovviamente virtuale, risponde all’indirizzo www.jackiestrike.com. Disponibile a rispondere a domande su molteplici argomenti, ovunque e in qualsiasi momento, il politico digitale Jackie affronta temi quanto mai reali e scottanti (salute, ambiente, armi, tasse, droga, educazione e sicurezza pubblica) e propone soluzioni ragionevoli, offrendo al contempo una nuova piattaforma di comunicazione e di partecipazione. Riguardo la sua campagna politica, che inizia con evidente ritardo, si difende dicendo: “Sei mesi sul web equivalgono a due anni nel mondo reale”.
Tutto ciò è stato creato da una società tedesca di comunicazioni, la Böttcher-Hinrichs, ma Jackie può contare sull’appoggio di altre entità reali, in gran parte volontari, in primis NoDNA, WebPilots, Lo staff di Jackie è poi completato dal suo portavoce e stretto consigliere Marcus Nehrkorn.
Il suo sito Web offre una varietà di servizi essenziali per il perfetto candidato del nuovo millennio, che deve miscelare abilmente politica, tecnologia, comunicazione e intrattenimento: newsletter, citazione del giorno, sinossi dei discorsi, diario di bordo della campagna politica e instant-poll aggiornato quotidianamente. Caratteristica del sito è poi la possibilità di affrontare dei tour virtuali nel mondo della politica di Jackie: molteplici percorsi alternativi in cui si è guidati da un Webpilot che ci trascina da un sito all’altro, dal serio al faceto, attraverso la musica, le letture e il cibo preferito di Jackie, fino ai suoi amici-supporter, agli altri candidati ed alle organizzazioni umanitarie collegate. Una sfilata di links che inquadrano il personaggio di Jackie e allo stesso tempo intrigano l’internauta-esploratore.
Jackie invita i netizens a partecipare all’elaborazione dei suo programma elettorale e invita anche la gente ad andare a votare. “La mia missione è di stimolare la vostra partecipazione al processo democratico” dice “sono favorevole ad un nuovo forum politico su Internet. Apro la via ad una nuova politica di qualità.” La casa/terminale elettronico può così essere trasformata in una cabina elettorale permanente.
L’agorà informatico si pone al servizio di una politica in crisi, dove l’apparenza conta meno dei contenuti: infatti, se il tipico candidato presidenziale promette nuove linee della metropolitana, mostrando sorrisi alla telecamera, meglio se sta baciando un bambino, qui si è scelto il percorso inverso. Si è prima mostrata l’agenda dei propri temi, le proprie issues, come dicono negli USA. Il volto di Jackie verrà invece mostrato a tempo debito.
Al Gore ha avuto l’iniziativa di creare Internet: ora Jackie tenta di creare la nuova comunicazione politica, dove la democrazia sia continua e non intermittente.
Siti d’interesse:
http://www.jackiestrike.com
http://www.nodna.com
http://www.boettcher-hinrichs.com/
http://www.webpilots.net/
Libri:
S. Rodotà, Tecnopolitica: la democrazia e le nuove tecnologie della comunicazione, Sagittari, Laterza, 1997.