Christian Heilmann – principal technical evangelist in Mozilla Foundation – ha due peculiari caratteristiche rispetto ad altri “evangelizzatori”: un leggero accento tedesco e un modo poco enfatico e molto concreto di comunicare.
Dopo aver partecipato nel corso del 2011 a ben 39 conferenze in 27 Paesi, ha scritto un articolo per rispondere ad una delle domande che si è sentito porre più spesso nel corso dei suoi interventi: HTML5 è già pronto?
La sua risposta è sintetizzata nel titolo HTML5 is not ready yet — and will never be (and that is a good thing) – HTML5 Question #1.
A quanto pare l’impostazione, del tutto originale per un documento di specifica, ossia quella di uno standard “vivo” dunque suscettibile di una miriade di frequenti microaggiornamenti, ha lasciato interdetta anche la comunità degli addetti ai lavori. Heilmann però richiama al significato di conformità allo standard.
Standard compliance on the web is a means to an end. It made it easier to track mistakes and it made your work understandable by other developers but when it comes to delivering web products, it had not much impact. As web developers we were constantly asked to build interfaces and apply designs and interactions that were never defined in the standard. Which is why we had to find ways to do that which in a lot of cases meant abusing the standard.
Proprio per via di questo continuo abuso dello standard cui fa riferimento Heilmann e per via della necessità di far fronte ad un sistema che cambia di continuo, il modo migliore per affrontare questo scenario è fare affidamento su di una serie di norme che sanno adattarsi al cambiamento.
So no, HTML5 is not ready and will never be — and that is a good thing. We have a standard for the web with all its change and adaptation and not a software standard that expects 5 year turnaround times in innovation.
Lontano dalle roboanti dichiarazioni di marketing, HTML5 è già oggi strumento irrinunciabile di qualunque sviluppatore web.