Il 45% delle imprese statunitensi avrebbe controllato le conversazioni telefoniche dei propri dipendenti, letto i messaggi di posta elettronica e i file memorizzati negli hard disk dei computer. I dati, che fanno parte di una ricerca condotta dall’American Management Association (AMA), fanno riferimento al 1998. Il tasso di interferenza nella privacy del personale è andato aumentando: nel 1997 era, infatti, al 35%. L’AMA è un’associazione senza fini di lucro che si occupa di problematiche riguardanti il management e la formazione.
Se si aggiunge ai controlli telefonici, della posta elettronica e dei file memorizzati nei computer, anche l’utilizzo di telecamere, il tasso di aziende dedite alla sorveglianza elettronica sale al 63% con un aumento medio annuo intorno al 7%.
Secondo l’inchiesta una buona parte dei dirigenti americani giustifica questa pratica a patto che il personale venga avvertito.
Il settore finanziario è quello più dedito al controllo dei dipendenti, con un tasso del 63%.
Secondo l’AMA le aziende vogliono verificare la legalità e la moralità delle attività elettroniche dei propri impiegati. E se il primo obiettivo appare accettabile, il controllo sulla moralità dei dipendenti è certamente un atteggiamento opinabile che può facilmente sconfinare nella violazione della privacy.