Uno studio curato dallo Spam Recycling Center, servizio ad hoc lanciato nei mesi scorsi dall’organizzazione nonprofit ChooseYourMail.com, riporta che quasi un terzo di tutti messaggi di pubblicità indesiderata diffusi online (il notorio “spam”) contiene segnalazioni di materiale pornografico. Diffuso alla vigilia dell’apertura del dibattito in aula al Congresso USA sul tema dello spam, l’indagine rappresenta uno dei punti di forza usati dal parlamentare repubblicano Gary Miller a sostegno del proprio disegno di legge (H.R. 2162, Can Spam Act). Punto qualificante di quest’ultimo, la possibilità da parte del provider di sporgere querela contro i mittenti per richieste di risarcimento danni fino a un massimo di 50 dollari per ogni e-mail oppure 25.000 dollari al giorno.
Mentre nelle varie commissioni parlamentari sono tre i progetti contro lo spam in via di elaborazione, il progetto di Miller è il praticamente lo stesso in vigore dallo scorso gennaio in California che ha dato avvio alla prima serie di denuncie. Recentemente il “centro di riciclaggio dello spam” aveva rigirato al Congresso circa 200.000 e-mail indesiderate ricevute da una moltitudine di utenti Internet.