Lunedì prossimo si terrà il primo Windows Refund Day, uno sorta di sciopero mondiale per chiedere il rimborso della licenza di Windows che gli utenti di PC sono costretti ad acquistare anche se non intendono utilizzare il sistema operativo di Microsoft. (Vedi a questo proposito l’articolo di Paolo Attivissimo)
Il tutto è partito dall’Australia e per la precisione dal sito personale di Geoffrey D. Bennet, un programmatore informatico che è riuscito, dopo due mesi e mezzo di contrattazione, a farsi rimborsare la copia di Windows preinstallata sul suo computer portatile Toshiba.
Il contratto di licenza, in effetti, prevede che, nel caso un utente non abbia l’intenzione di accettare i termini proposti, debba riportare il programma al venditore per “il rimborso integrale” del prodotto. È questa clausola che ha consentito a Bennet, utilizzatore di Linux, di farsi rimborsare i soldi della sua copia di Windows.
Il movimento per il rimborso di Windows si sta allargando a macchia d’olio in tutto il mondo e sono ormai numerosi i comitati che si stanno mobilitando in vista della data fatidica del 15 febbraio.