Negli Stati Uniti i guai per chi lavora a stipendio nel settore informatico non sembrano finiti del tutto.
Dopo i 15 mila esuberi previsti dalla fusione tra HP e Compaq è ora il turno dell’altro colosso, IBM a far quadrare i conti. Sulle spalle dei lavoratori.
E così. Il Wall Street Journal riporta in un articolo che il gigante dell’informatica sta progettando di mettere sulla strada fino a 8 mila dei suoi impiegati, che corrisponde a circa il 2,5 % della sua forza lavoro.
Solo nell’autunno scorso, il gruppo informatico IBM aveva, come dire, “ringraziato” (termine che si usa molto nelle lettere di licenziamento) mille dei suoi impiegati.
La crisi ha toccato duro il settore e i movimenti degli avversari (appunto la fusione tra HP e Compaq ad esempio) costringono il gigante a prepararsi alla battaglia e ad “alleggerirsi” per reggere la guerra dei prezzi.
Speriamo che regga anche la qualità dei prodotti.
Secondo il quotidiano economico, la nuova ristrutturazione verrà compiuta entro qualche mese.
Se la notizia venisse confermata, si tratterebbe del più massiccio licenziamento in IBM dai drastici tagli di personale e chiusura di fabbriche degli anni ’90.