IBM e Google hanno confermato di voler finanziare la ricerca e la formazione universitaria per migliorare l’efficienza del cosiddetto «cloud computing». Trenta milioni di dollari consentiranno ai più quotati atenei statunitensi di disporre degli strumenti necessari per lo sviluppo di nuove soluzioni per data center.
«I laboratori accademici e governativi non sono così aggiornati», ha sottolineato Randal E. Bryant, decano del Dipartimento Informatico della Carnegie Mellon University. «Le università hanno proprio bisogno di salire a bordo di questo progetto». «È un grande contributo perché consente un tipo di ricerca e formazione che non possiamo ancora permetterci oggi», ha aggiunto Edward Lazowska, docente di Informatica della University of Washington.
Il cloud-computing è considerato la nuova frontiera del processing remoto realizzato in parallelo tramite data center di grandi dimensioni. In pratica, “nuvole” di server interconnesse massimizzano la potenza di elaborazione. Sia Google che altri colossi IT fanno ampio uso di questa tecnica per fornire servizi online avanzati – molto spesso basati su tecnologia Ajax.