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I webmaster sono responsabili del contenuto dei siti?

03 Luglio 2002

I webmaster sono responsabili del contenuto dei siti?

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Fa discutere la decisone di un tribunale francese che ha condannato due webmaster per i messaggi ritenuti diffamatori pubblicati su un sito Internet. È sempre più urgente una definizione chiara dei soggetti e dei limiti della responsabilità per i casi di diffamazione online

Una nuova associazione francese, Serpir – creata dall’associazione Odebi, che raggruppa cinque associazioni francesi di fornitori di accesso a Internet – ha lanciato una sottoscrizione per raccogliere fondi a favore dei responsabili del sito Defense-consommateur.org e per stimolare il dibattito sul problema delle responsabilità di chi opera online.

Nel caso di specie, il Tribunal de grande instance di Lione ha condannato a un’ammenda di 80.000 euro due webmaster, responsabili di Defense-consommateur.org, citati in giudizio dalla società che gestisce il sito Pere-noel.fr, con l’accusa di aver consentito la pubblicazione di messaggi diffamatori e ingiuriosi sul forum di discussione, non moderato, ospitato dal loro sito.

La decisione contestata da Serpir, fa espresso riferimento alla legge sulla libertà di stampa del 1881, che prevede che il direttore della pubblicazione sia responsabile civilmente e penalmente in caso di diffamazione. In assenza del direttore, i giudici hanno ritenuto che la responsabilità ricada sul responsabile del sito.

L’estensione dell’applicazione della legge sulla libertà di stampa ai responsabili di un sito non è, però, un principio pacificamente accolto dalla giurisprudenza francese, soprattutto in seguito all’emanazione, nell’agosto del 2000, della legge quadro a tutela degli intermediari tecnici su Internet.

Questa legge è stata, infatti, introdotta anche in considerazione delle polemiche suscitate dal “caso Altern” nel 1999.

Valentin Lacambre, responsabile di Altern.org, era stato condannato a causa di alcune foto pubblicate sulle pagine di uno dei siti personali che ospitava, in quanto il giudice aveva ritenuto che il fornitore d’accesso fosse assimilabile al direttore di una pubblicazione cartacea, alla quale è applicabile la legge sulla stampa.

L’esistenza di un contrasto giurisprudenziale è dimostrata da altre vicende più recenti, che si sono concluse in modo diametralmente opposto a quella relativa a Defense-consommateur.org.

In particolare, nel febbraio scorso, il Tribunal de grande instance di Parigi, al termine di una vicenda che aveva coinvolto la società Finance Net, editrice del sito Boursorama, aveva affermato che, in base alla legge quadro del 1° agosto 2000, i prestatori di servizi su Internet possono essere considerati responsabili civilmente e penalmente dei contenuti pubblicati, solo nel caso in cui non si siamo attivati per impedire, attraverso opportuni sistemi di segnalazione, l’accesso a tali contenuti.

L’obiettivo principale di Serpir è quello di stimolare la discussione su questi temi perché si possa arrivare in tempi rapidi alla creazione di una legislazione precisa sulla responsabilità in materia di pubblicazione di contenuti diffamatori su Internet.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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