Trentaquattro video pubblicati su YouTube: girati, recitati e montati più o meno in solitaria da Diego Bianchi, blogger noto in Rete dal 2003 come Zoro, già content manager di Excite, che nella stagione televisiva appena conclusa ha partecipato a Parla Con Me, storica trasmissione di RaiTre condotta da Serena Dandini. In tv sono andati in onda 25 video della serie Tolleranza Zoro, legata alla politica e all’attualità: è di fatto il primo e finora unico caso di un prodotto video nato sul web e finito in tv mantenendo praticamente inalterato il format iniziale: «Una delle condizioni che ho posto per fare questo esperimento in tv era di non cambiare nulla: volevo continuare con i miei mezzi precari, il mio montaggio amatoriale ma almeno riconoscibile, i temi a me cari, che ho scelto in libertà di volta in volta seppur condivisi con la redazione e nonostante alla fine l’agenda della settimana la decideva sempre Berlusconi. Quanto al passaggio dal web alla tv, il lavoro più faticoso è stato riuscire ogni volta a condensare 10-15 minuti di sbrodolamenti che magari erano perfetti sul web a 6-7 minuti, che era il minutaggio sopportabile dalla televisione».
La logica produttiva 100% web
Tolleranza Zoro ha una logica produttiva legata alla densità dei contenuti tipica dei prodotti multimediali sul web (che è possibile cioè vedere e rivedere più volte), alla ricerca del dibattito a margine, ad una dotazione tecnica e tecnologica “casalinga” – e che forse anche grazie a questo ha trovato il modo di distinguersi dal resto della produzione televisiva: «Tendo a fare tutto io, a fare – come dire – di necessità virtù, dai testi alle riprese, dal montaggio fino alla colonna sonora che guai a chi me la tocca: se vogliamo, la particolarità del mio prodotto è che di fatto sintetizzo il lavoro di quattro o cinque persone. Questo forse è un vantaggio e ti differenzia dagli altri, ma anche uno svantaggio, perché il confronto con altre capocce e professionalità spesso aiuta a migliorare il prodotto finale».
Dentro e fuori il ventre molle
Molto ha giocato il posizionamento “politico” del progetto Tolleranza Zoro, legato giocoforza ad una relazione di amore/odio con il Partito Democratico, e che soprattutto all’inizio si è fatto interprete dei dissensi e dei mal di pancia di molti elettori di sinistra alle prese con due campagne elettorali (nazionale e ora europee e amministrative) – e anche se alla fine, dopo le dimissioni di Veltroni, ha trovato spazio per confrontarsi con i problemi e le vicende di altri partiti, o tematiche più sociali e di costume. Un pezzo di sinistra, appassionata, tecnologica e delusa, si è incontrata online intorno ai video di Diego Bianchi: «I miei video sono stati un osservatorio privilegiato ma non troppo: non è che abbia visto una sinistra diversa da quella che hanno visto tutti. Tolleranza Zoro da una parte ha permesso a me di verificare che quelli che pensavo fossero solo miei personalissimi sfoghi erano invece condivisi da altri, dall’altra di dar voce, seppur dal mio piccolo, a queste contraddizioni e questi scontenti facendo parlare anche i militanti, la fantomatica base dei circoli e delle sezioni». Quale il futuro della serie? «Ancora è troppo presto per dire cosa accadrà il prossimo anno. C’è la possibilità di continuare con la trasmissione, ma nessuna garanzia o sicurezza. Ciò non toglie che se qualcosa mi andrà di fare nei prossimi mesi, posso sempre farli e metterli online, che problema c’è?».
- Sull’argomento politica e web, in varie salse e aspetti e punti di vista, in precedenza abbiamo pubblicato le interviste a Giuseppe Civati, Paolo Guarino, Edoardo Colombo, Lucia De Siervo, Stefano Peppucci, Dino Amenduni e Stefano Epifani.
Articoli segnalati e risorse:
- Zoro, saltuario d’informazione e opinionistica estremamente personale, a cura di Diego Bianchi; il sito della Fondazione Daje
- Il sito di Parla Con Me; il portale Excite Italia:
- Il canale Diego Bianchi su YouTube: tutti i 34 video di Tolleranza Zoro, più i precedenti esperimenti di videoblogging come quelli sul Grande Fratello