Ricerche condotte separatamente da Gabriel Weimann, esperto dell’Istituto Americano della Pace, dall’università di Dartmouth e da Associated Press, mostrano che i terroristi utilizzano Internet in molti modi.
Innanzitutto come strumento di propaganda, per rivendicare azioni, cercare di suscitare la compassione o ispirare il timore. Internet, inoltre, permette loro di diffondere immagini forti, in grado di scuotere l’opinione pubblica.
In secondo luogo utilizzano la Rete per reclutare. Sorvegliano i forum e le chat, poi inviano questionari ai candidati potenziali, che devono tuttavia superare molte prove, online e offline, prima di essere accettati. Alcune siti, poi, chiedono fondi per organizzazioni benefiche dietro le quali possono nascondersi gruppi terroristici.
È difficile dire se gli estremisti che imperversano su Internet sono militanti attivi o semplici simpatizzanti, ma è chiaro che approfittano di siti aperti a tutti, dove si tengono discussioni comuni, per meglio confondersi e passare inosservati.
Piuttosto che incitare direttamente alla violenza, molti dei documenti diffusi online sono dichiarazioni generali, che contengono un messaggio di odio e impregnate di “antiamericanismo”, nulla di illegale dunque.
Il dipartimento americano della giustizia osserva con attenzione tali siti, ma interviene soltanto se sono direttamente legati a gruppi terroristici conosciuti o conducono ad attività illegali.