Internet è uno strumento e anche quando si usa per cercare lavoro, va usato nel modo giusto.
Secondo l’ufficio di consulenza Challenger, Gray and Christmas, spesso non succede e, paradossalmente, l’uso di Internet non è utile a chi cerca lavoro quando, spesso, ci si limita a invii di curricula non calibrati.
Lo studio condotto dall’ufficio di consulenza compara due periodi di recessione economica, cioè prima e dopo l’apparire di Internet e sottolinea che tra il periodo 1990/1991 e quello 2001/2002 la durata media di disoccupazione si è allungata di circa un quarto, passando dalle 12,4 settimane alle 15,2 settimane.
Se lo strumento tecnologico viene oggi celebrato (Internet), non ha aiutato i disoccupati a trovare lavoro più rapidamente, perché viene mal utilizzato.
“Un numero crescente di americani che cerca lavoro – spiega John Challenger, presidente della società di consulenza – perde tempo a navigare su circa 4 mila o 5 mila siti di offerte di impiego censite, li intasano con i loro curriculum vitae e si aspettano una risposta subito”.
All’altro capo di questo ipotetico filo, i direttori delle risorse umane usano questi stessi siti per reclutare e vedono piovere risposte che non corrispondono, nella maggior parte dei casi, alle competenze che cercano. E più sono “inondati”, più il processo di selezione sarà lungo.
Secondo la ricerca è imperativo mirare meglio le proprie richieste di impiego ed ecco i consigli offerti: pensare a visitare i siti Web di chi è responsabile ad assumere, per trovare un nome o una email alla quale inviare la domanda o per conoscere precisamente le opportunità offerte.
Il passaparola può offrire effetti positivi, aggiunge in conclusione lo studio, suggerendo di informare tutti quelli che sono nella rubrica degli indirizzi email che si sta cercando lavoro.