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I motori di ricerca non sono automaticamente responsabili per il contenuto dei siti indicizzati

20 Marzo 2001

I motori di ricerca non sono automaticamente responsabili per il contenuto dei siti indicizzati

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Il Presidente del Tribunale di Parigi non ha ritenuto responsabile la società Altavista, proprietaria del noto motore di ricerca, per aver inserito, tra i siti indicizzati, un sito lesivo della dignità e dell'onorabilità di un utente.

Non è possibile attribuire a un motore di ricerca una responsabilità automatica e presuntiva per i contenuti dei siti indicizzati.
É quanto ha stabilito Jean Jacques Gomez, Primo Vice Presidente del Tribunal de Grande Instance pronunciando su una causa promossa, tra gli altri, nei confronti del motore di ricerca Altavista.

Bertrand Delanoé, senatore e consigliere di Parigi, dopo aver constatato l’esistenza di un sito Internet a carattere erotico il cui indirizzo era composto dal suo nome e cognome, aveva citato in giudizio il gestore del sito, nonché la società Altavista, nella sua qualità di motore di ricerca per aver indicizzato il sito in questione.

Il ricorrente aveva fatto rilevare che l’utilizzazione del suo nome per contrassegnare un sito erotico, così come l’inserimento del sito nel motore di ricerca Altavista, nuocevano gravemente alla sua dignità, al suo onore e alla sua reputazione.

Alla società l’attore attribuiva una mancanza di controllo sul suo motore di ricerca e ne affermava la responsabilità, per il semplice fatto di essere proprietaria del motore stesso, del quale doveva avere il pieno e totale controllo. Quest’ultima affermazione si fondava sulla premessa che i motori di ricerca dovessero essere responsabili, in ogni circostanza, della moralità della Rete.

Il Presidente del Tribunale, tuttavia, ha condannato, a titolo provvisionale, i gestori del sito contestato, ma ha rifiutato di condannare Altavista, in quanto la società, di propria iniziativa, aveva messo in opera una procedura di allerta e aveva reagito molto rapidamente per eliminare ogni riferimento al sito contestato.

La società Altavista si era difesa proprio sostenendo che essa aveva, in qualità di professionista serio e diligente, introdotto dei sistemi di controllo a posteriori che la esoneravano da ogni responsabilità.

Non potendo procedere materialmente a un controllo nell’inserimento automatico dei siti, infatti, la società ha attivato una specifica procedura che permette di raccogliere le osservazioni delle persone interessate che ritengano di doversi lamentare del carattere immorale di certe pagine Web, che appaiono tra i risultati della ricerca, e si è riservata la facoltà, entro le condizioni generali di utilizzazione del suo sito, di eliminare tutti i contenuti o i link che giudicherà reprensibili.

Si tratta di una procedura di allerta e poi di rimozione dei siti, che il Presidente del Tribunale ha giudicato soddisfacente, tanto più che la società Altavista, dal momento in cui aveva avuto notizia della causa, aveva immediatamente eliminato il sito controverso dal proprio database.

In proposito occorre mettere in evidenza che le specificità tecniche di un motore di ricerca hanno delle conseguenze dirette sulla natura degli obblighi che possono essere posti a suo carico.

Un motore di ricerca non è un annuario. L’indicizzazione dei siti non è il risultato di un procedimento selettivo volontario. Il motore è automatico, indicizza i siti attraverso l’utilizzazione di un programma che segue i link delle pagine Web e consente di individuare tutti i documenti testuali (o d’altro genere) che incontra. L’indicizzazione è completata dalla possibilità, lasciata ai gestori dei siti, di indicare delle parole chiave, i meta tags, attraverso le quali il programma possa migliorare la qualità dell’indicizzazione stessa.

L’assenza di controllo al livello della fase di indicizzazione inerisce al funzionamento stesso del motore di ricerca, che ha come obiettivo quello di fornire un’informazione il più possibile esaustiva e non selettiva. Anche l’introduzione di un sistema di controllo preventivo avrebbe, comunque, un’efficacia solo relativa, perché nulla impedirebbe ai proprietari dei siti di modificarne in seguito i contenuti.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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