Il giudice del Tribunale di Nanterre (Hauts-de-Seine) ha condannato, il 20 febbraio 2001, il fornitore di servizi di accesso a Internet, AOL France, per pubblicità “a carattere illecito”, in conseguenza del mancato rispetto delle obbligazioni assunte con l’offerta di connessione illimitata a Internet.
AOL aveva infatti proposto, al prezzo di 99 franchi al mese, un contratto “tout compris illimité ” (cioè: tutto compreso illimitato), non rescindibile per due anni.
In seguito all’enorme successo di questa formula, però, nell’autunno scorso, la filiale francese di America On Line, trovandosi nell’impossibilità di soddisfare tutti gli abbonati, in quanto il numero e la durata delle connessioni aveva oltrepassato le capacità della sua rete, aveva deciso di prendere alcune misure per rimediare alle difficoltà tecniche di gestione del servizio, soprattutto nelle ore di grande affluenza.
Aveva, perciò, installato dei modulatori di sessione e dei timers che disconnettevano automaticamente gli utenti, dopo un certo tempo di navigazione, che variava dai 30 ai 122 minuti, a seconda degli utilizzatori.
L’associazione dei consumatori UFC-Que Choisir ha portato la questione di fronte al giudice, accusando AOL France di non rispettare i propri impegni contrattuali.
Nel corso dell’udienza, svoltasi il 5 febbraio 2001, AOL si è difesa adducendo che le misure temporali di disconnessione avevano lo scopo di “rendere la rete accessibile al maggior numero di utenti in periodi di grande affollamento”.
Il giudice, tuttavia, non ha ritenuto fondata la tesi difensiva della società e l’ha condannata a eliminare i timers e i modulatori, e a sospendere, nel frattempo, tutte le fatturazioni e i prelevamenti dei costi forfettari sottoscritti. AOL France dovrà pagare, inoltre, 50.000 franchi per ogni giorno di ritardo e dovrà versare 250.000 franchi alla UFC-Que Choisir a titolo di indennità.
Questa decisione è destinata, però, a non restare isolata, dal momento che molti abbonati scontenti hanno presentato ad altri tribunali ricorsi simili.
In particolare, entro la fine del mese di marzo, dovrebbe decidere sulla questione anche il Tribunale di Loudéac, che aveva già emesso, il 1° dicembre 2000, un’ordinanza, finora disattesa da AOL, con la quale aveva ordinato alla società di rispettare i suoi obblighi contrattuali e di eliminare, entro un mese, tutte le limitazioni alla connessione, compresi i timers.