Gator, il software che faceva apparire pubblicità senza autorizzazione sui siti delle principali testate giornalistiche americane online è stato punito dalla giustizia americana alla quale si erano rivolti i giornali. Adesso, per sentenza del tribunale, gli è fatto divieto di nuocere ai 16 siti che lo hanno portato in giudizio.
Questi siti “colpiti” dall’azione di Gator (tra questi molti nomi prestigiosi, come The New York Times) hanno ottenuto dal tribunale una ingiunzione temporanea per impedire a Gator di mettere finestre pubblicitarie tipo “pop-up” sui loro siti.
Gator è gratuito ed ha due obiettivi: da un lato offrire agli utenti di conservare le loro diverse username e password, ma li obbliga a visionare finestre pubblicitarie mentre navigano sul Web.
Come guadagna Gator? Sulla pubblicità concorrenziale. Se l’utente è sul sito di un costruttore di Pc, gli comparirà la pubblicità di un concorrente.
Gator ha usato come veicolo per la sua diffusione un software di scambio di file e molti dei suoi utenti lo sono diventati senza saperlo.
Gli editori non vogliono soldi da Gator, ma semplicemente che non metta la sua pubblicità sui loro contenuti.
Dopo l’ingiunzione che ferma una parte delle attività di Gator, il giudice dovrà emettere una sentenza definitiva.