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I G8 riuniti a Parigi per sconfiggere i cybercriminali

16 Maggio 2000

I G8 riuniti a Parigi per sconfiggere i cybercriminali

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Da ieri e fino a mercoledì i rappresentanti dei governi dei G8 sono riuniti a Parigi, per riflettere sulla nuova forma di crimine: la cybercriminalità. Gli esperti sono unanimi nell’affermare …

Da ieri e fino a mercoledì i rappresentanti dei governi dei G8 sono riuniti a Parigi, per riflettere sulla nuova forma di crimine: la cybercriminalità.

Gli esperti sono unanimi nell’affermare la crescita esponenziale della cybercriminalità e sull’impreparazione e l’impotenza verso questo fenomeno.
In un recente congresso sul tema, che si è tenuto a Londra, uno specialista di Scotland Yard, David Veness, ha stimato che il crimine informatico è in forte espansione.

“Le frodi finanziarie via Internet sono moneta corrente e lo spettro è largo. E varia dalle false banche al riciclaggio di denaro sporco” per le grandi organizzazioni criminali, ha spiegato Veness.

Ma esistono anche fenomeni come i virus informatici (Melissa, I Love You, ecc.) di facile uso per i pirati informatici e le minacce terroristiche o politiche, come l’intrusione nei computer della Nato durante la guerra del Kosovo.

La polizia britannica, ama citare il caso virtuale del “Dominio di Melchizedeck”, scoperto un anno fa nelle Filippine.
Una banda di truffatori aveva creato il sito immaginario di questo territorio, presentato come un arcipelago sovrano del Pacifico, con l’offerta di lucrosi guadagni per investimento e la possibilità di rilasciare passaporti al prezzo di 3.500 dollari l’uno.

Questa “trovata”, che ricorda la pièce comica di Toto che vende la fontana di Trevi, ha fruttato un milione di dollari.

“La nostra vigilanza senza respiro per proteggerci dagli attacchi informatici o dal terrorismo informatico – ha dichiarato Bill Clinton – è il prezzo da pagare per lavorare nel mondo moderno”.

Clinton aveva convocato d’urgenza alla Casa Bianca un summit di una trentina di proprietari di siti Internet e di fabbricanti dopo un tentativo di assalto informatico che aveva paralizzato per saturazione molti grandi siti mondiali (Yahoo!, Amazon, eBay).

Due mesi più tardi, un adolescente canadese di 15 anni, “Mafiaboy”, autore di un assalto contro il sito della CNN, era stato identificato e perseguito a Montreal.

E ancora. Negli Stati Uniti, è stato creato pochi giorni fa un centro per le denuncie contro le frodi su Internet, l’IFCC.
In Cina il 40 % dei siti Internet hanno già subito l’attacco dei pirati. In Giappone, siti del governo sono stati penetrati in 16 riprese, dopo 32 mila tentativi d’intrusione, che ha condotto all’adozione di una legge anti pirati.

Insomma un problema di portata mondiale che non risparmia nessuno.
E un problema che, visto l’importanza della new economy nello scenario mondiale, gli otto paesi più industrializzati del mondo cercheranno di risolvere.

Se ci riusciranno, questa è un’altra storia.

Per farvi un’idea più approfondita del fenomeno e di quanto si sta facendo per arginarlo, andate all’indirizzo http://www.fbi.gov/pressrm/congress/congress00/cyber021600.htm.
Troverete il testo della relazione dell’FBI sul Cybercrimine.

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