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I computer a scuola: i dati dell’Osservatorio AIE 2005

10 Giugno 2005

I computer a scuola: i dati dell’Osservatorio AIE 2005

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Uno sguardo al Rapporto AIE 2005: gli utenti Internet sono sempre più in crescita, ma quali sono i dati nel mondo della scuola?

Secondo il Rapporto 2005 dell’Osservatorio AIE, aumenta sempre più il numero degli internauti: quasi un italiano su due usa Internet. E parliamo di qualcosa come 23 milioni di italiani, il 46% della popolazione (nel 2004 era il 43%) e l’83% degli utilizzatori di PC.

Internet e le tecnologie quindi assumono sempre più un ruolo preponderante ma nel mondo della scuola i dati da due anni a questa parte paiono invariati.

Basta pensare che nel 2004 emergeva che gli insegnanti italiani che usavano regolarmente il PC per preparare le lezioni erano una minoranza (37%) e solo uno su cinque lo impiegava nella presentazione delle lezioni (20%); oggi questi stessi dati sono per la maggior parte gli stessi, ma alcuni insegnanti (il campione è scelto fra quelli tra più tecnologici) dimostrano di essere sempre più attenti alle tecnologie e capiscono i vantaggi legati ad una loro applicazione alla didattica.

In effetti, l’introduzione dei media fin dalla scuola primaria èessenziale,anche se il panorama non è tutto “rose e fiori”.

Le maggiori difficoltà vengono riscontrate soprattutto nel dover “prenotare i laboratori”, invece, per utilizzare al meglio questi strumenti, è necessario il potenziamento delle aule informatiche per dare la possibilità a tutti gli studenti di prendere confidenza con le macchine, anziché il dover usare a “turno” il PC.

Un ulteriore problematica viene riscontrata dai docenti nella fase iniziale in cui l’insegnante si trova a dover cominciare a utilizzare da zero i nuovi materiali (perdendo molto tempo) e a confrontarsi con strumenti che richiedono una diversa abilità nell’esposizione della lezione in aula.

Un approccio significativo a queste problematiche è quello che privilegia una metodologia di apprendimento in itinere, ovvero, come direbbe J. Dewey, pedagogista americano, attraverso il learning by doing, un metodo che favorisce l’apprendere mediante il fare, senza distinzione fra intellettualità e manualità.

Insomma il punto è sforzarsi per pensare a progetti didattici in cui le potenzialità comunicative del Web vengano sfruttate per migliorare efficacia e qualità dell’insegnamento accanto e non in alternativa agli strumenti più tradizionali.

Contatti e informazioni

L’autore dell’articolo partecipa, nell’ambito del Master MICSU(Umanisti, informatica e comunicazione), a un progetto di studio e lavoro su problematiche legate al rapporto tra imedia e la formazione. Segui il filo delle indagini sul blog del gruppo.

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