Il vecchio codice a barre è destinato al pensionamento con il successo della tecnologia RFID, ovvero il codice identificativo a frequenza. In verità, i numeri che definiscono un prodotto possono rimanere invariati, ma è la loro codifica che cambia. Organizzazioni, come Auto-ID Center, stanno cercando di sviluppare degli standard e dei protocolli che permetteranno a tutte le aziende di identificare e localizzare virtualmente ogni tipo di prodotto, con il semplice utilizzo delle radio frequenze.
Per le catene di distribuzione si profila così una grande rivoluzione nella gestione dei magazzini: non solo si potrà disporre di aggiornamenti istantanei dei dati riguardanti le vendite, ma anche stabilire con precisione il numero di unità presenti nei magazzini e sugli scaffali dei negozi.
La gestione degli inventari con l’avvento dei sistemi RFID permetterà una contrazione dei costi di gestione degli inventari e dei canali stessi di distribuzione.
Attualmente esistono tre tipi di pacchetti hardware, composti da chip e antenne: attivi, passivi e semi-passivi. La ricerca si sta occupando per lo più dei modelli passivi, piuttosto economici e dal prezzo contenuto in circa 0,01 dollari per chip. In questo caso il segnale trasmetto può essere decodificato da una ricevente non più distante di 3 metri: l’uso di questo modello sembra essere destinato al campo della grande distribuzione, come supermercati e negozi di vendita al dettaglio.
In base alle esigenze delle aziende i chip RFID possono disporre anche di una piccola memoria interna per la scrittura di nuovi dati: il processo di programmazione può avvenire sia in modalità definitiva, che aggiornabile. Le specifiche di Auto-ID sembrano includere anche la possibilità di bloccare il tracking del prodotto, magari dopo la fase di vendita.
L’Electronic Product Code, ovvero il codice identificativo, e tutti i dati riguardanti il prodotto verranno custoditi e protetti all’interno di server connessi al Web; ogni volta che le aziende vorranno consultare i dati aggiornati potranno connettersi ai database e, se gli operatori saranno abilitati, gestire personalmente ogni tipo di cambiamento delle specifiche.
I dispositivi per l’identificazione disporranno di un’alimentazione sufficiente affinché i chip possano trasferire i dati residenti in memoria. Le unità di decodifica potranno essere poi connesse ai Pc per l’aggiornamento dei database.
Auto-ID Center sta cercando di creare uno standard globale per il sistema EPC e, probabilmente, durante il prossimo EPC Symposium, che si terrà a settembre a Chicago, verranno rilasciate le prime specifiche, che comprenderanno le applicazioni, l’hardware e i sistemi avanzati di gestione.