Dai laboratori svedesi della Hewlett Packard una novità che potrebbe rivoluzionare il mercato dei microprocessori: il chip a molecole.
Si tratta di una concezione nuova, nata dal bisogno di chip più piccoli con l’ausilio delle nanotecnologie.
I ricercatori sono riusciti a costruire una memoria da 64 bit su una superficie di un micron, pari a un milionesimo di metro.
Hanno creato una griglia ultra-sottile di platino e vi hanno imprigionato delle molecole.
Queste molecole sono state inserite in modo da avere una posizione attiva o inattiva (pari allo 0 e 1) rispetto alla corrente elettrica che circola tra le fibre di platino.
Attraverso un flusso di corrente più debole è possibile leggere la posizione delle varie molecole.
Naturalmente siamo solo ai primi passi e il chip ha una capacita troppo limitata per pensare di usarlo, ma l’originalità della concezione e la taglia minuscola del microprocessore aprono le porte a nuove generazioni di chip.