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Hot Line e la rete clandestina

10 Dicembre 1998

Hot Line e la rete clandestina

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Con Hot Line gli amanti del Mac, ma soprattutto il mondo degli hacker, hanno una propria rete nascosta nella Rete. Da qualche tempo disponibile anche per il mondo PC.

I computer Apple sembrano fatti apposta per non conoscere i fenomeni clandestini tipici dei compatibili PC. Macchine fatte per i professionisti, dominatrici di settori verticali come editoria e grafica o regine della casa e ancor più del tipico freelance come nel caso del vecchio Mac che appare nelle pagine dei racconti a fumetti di Martin Mystere. L’utente Mac aveva conosciuto così poco i virus che oggi può trovarsi a lavorare, a sua insaputa, con una macchina piena di documenti Word infettati da macro-virus provenienti dal lazzaretto del PC tramite posta elettronica.

Tutto lascerebbe pensare che il mondo degli hackers e la loro versione “dispettosa”, i crackers, sia ignoto a questi felici selvaggi dell’informatica. Le cose non stanno del tutto così. Gli smanettoni del Mac esistono e spesso sono molto bravi, ma in genere non si avventurano in territori più impervi di qualche trucco per fare funzionare meglio il tale programma o il talaltro computer. Ben diversa è la giungla d’asfalto della ricambistica informatica piena di pezzi, di trucchi e di programmi tipica del mondo di strada dei PC.

Proprio la scarsa disponibilità di prodotti e di amici con cui avere scambi di esperienze e di programmi utili, ha fatto crescere delle comunità solidali, votate al mutuo soccorso, alla diffusione di consigli e aiuti di ogni tipo. Oltre, ovviamente, alla crociata anti-PC. Da sempre il Mac si trova a suo agio nel mondo telematico, tanto che i primi grandi browser per Internet – Mosaic e Netscape – sono apparsi sui computer Apple. Così era normale che quelle comunità, i cui membri erano frequentemente fra loro più lontani che non il vicino di casa o il collega d’ufficio, si trovassero in rete. Proprio il mondo UNIX e quello Mac furono fra i principali da cui prese vita il fenomeno delle BBS, e certo prima che Internet prendesse piede, le BBS Apple erano le più belle e fra le più vive, con la loro interfaccia grafica basata soprattutto su FirstClass della SoftArc, uno dei principali sistemi di messaggistica e groupware, espatriato su Windows dopo una lunga monogamia con Macintosh, che in nome dello stesso spirito di comunità un tempo concedeva gratuitamente le licenze del proprio prodotto alle BBS Apple.

Le BBS per il mondo Mac non sono morte ma, come tutte le loro consimili per qualsiasi piattaforma, non stanno neppure troppo bene. Molte hanno tentato la strada che passa per Internet, in genere senza troppo successo, mentre gli utilizzatori, consapevoli dei vantaggi di Internet e dei limiti di tempo da poter dedicare alle comunità in rete, covano in cuor loro una punta di nostalgia per quelle esperienze genuine e per quegli ambienti amichevoli e comunque molto meno anonimi di quelli della rete delle reti.

Per queste ragioni quando un paio di anni fa si cominciò a diffondere un programma che prometteva di ricreare un ambiente analogo a una BBS sfruttando le risorse TCP/IP, non furono pochi a volerselo procurare e a mettersi alla finestra in attesa degli sviluppi. Hotline, questo è il suo nome è cresciuto e ora non è più solo per Mac, anche se la sua interfaccia Windows è ancora troppo spartana e non sempre funziona a dovere. Si compone di un lato server che va posto su un server Internet (o Intranet) e di un lato client di una sobrietà particolarmente felice.

Da una barra degli strumenti mobile si possono scegliere tutte le principali funzioni tipiche di una BBS: le News, la posta, l’area file, la chat. Si sceglie da file di impostazioni reperibili sul sito del produttore (http://www.HotlineSW.com) – e da lì su molti altri – il server a cui collegarsi e si parte alla ricerca. Usarlo quindi è piuttosto semplice, ma il fatto di maggiore interesse non sta tanto nel programma in sé, quanto nel particolare tipo di comunità che ha originato. In pratica tutta l’undernet Macintosh ha ricostruito un proprio ambiente familiare, (un po’ com’era un tempo in certe BBS) nella rete parallela di Hotline. Che il programma si prestasse a quest’opportunità era chiaro da una sua particolare caratteristica, la funzione Tracker che si ritrova solo qui.

In pratica, si tratta della possibilità di accedere a un sito che a sua volta raccoglie e aggiorna una selezione di indirizzi più o meno affini alla propria filosofia e, un po’ come nelle collezioni di link, consente di passare da una BBS all’altra, mantenendo la stessa interfaccia, oltre all’elenco dei collegamenti possibili che permane attivo in background. Si spiega come sia accaduto che il mondo degli hacker Apple abbia trovato particolarmente felice quest’ambiente. Naturalmente gli indirizzi dei tracker “particolari” devono essere riferiti da qualche “amico”, non essendo certo di pubblico dominio.

Appoggiandosi sul tracker giusto si possono confrontare le esperienze e proseguire un dibattito che non troverebbe spazio nelle BBS tradizionali, da sempre sotto l’occhio terrifico delle polizie di molti paesi. Un indirizzo Internet è molto più facile da gestire, da spostare, da eludere di un numero telefonico e così l’esercito nomade dei contestatori del mercato informatico può muoversi indisturbato nel paradiso fiscale reso possibile da un programma per nulla nato per soddisfare quest’esigenza: infatti oltre che agli hacker, Hotline è utile ad esigenze aziendali, come pure alle comunità in rete di indole molto più ortodossa.
Rimane il fatto che ancora una volta è dal mondo della mela che ha preso origine un prodotto e un costume nuovo che sta rapidamente prendendo piede anche fra gli utilizzatori tradizionali, quelli dell’odiato PC. Resta da capire se in questo caso prevalga l’appartenenza a un’ideologia comune, quella di “corsari dell’informatica”, o ad una piattaforma, Mac versus PC.

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