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HOPE 2000: The Hackers on Planet Earth Conference

24 Luglio 2000

HOPE 2000: The Hackers on Planet Earth Conference

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Dopo lo splendido Hack Meeting 2000 svoltosi a Roma (Forte Prenestino) a metà giugno, è ora la volta di New York City, capitale degli eccessi e del trade dove si è tenuto, dal 14 al 16 luglio, "HOPE 2000, Hackers On Planet Earth Meeting". Vediamo in una prima, veloce panoramica, cos'è successo.

“Vale più l’immaginazione della conoscenza.”
(Albert Einstein)

Diceva bene il buon Albert Einstein. Ma, probabilmente, avrebbe cambiato idea se avesse potuto partecipare ad HOPE2K, la terza convention annuale “Hackers on Planet Earth”: l’hacking è infatti una delle poche scienze (e non me ne voglia la gente se definisco l’hacking una scienza) dove la somma di conoscenza e immaginazione porta spesso ai massimi livelli di espressione.

  • Conoscenza, perché fare hacking significa un aggiornamento continuo su più fronti: bugs, news, reverse engineering, programmazione, nuovi linguaggi e tecnologie, voci di corridoio, sistemi bucati, esperienza e background specifici
  • Immaginazione, perché i migliori hacker sono sempre stati, sotto il profilo psicologico, dotati di personalità estremamente fantasiose, forte immaginazione e visioni, innovative o futuristiche che dir si voglia, che si sono regolarmente avverate1.

Aggiungiamo l’intelligenza, la pazzia, l’estrema ironia e, indubbiamente, una forte sfacciataggine: gli organizzatori principali di H2K, il team di 2600 Magazine2, si sono dovuti presentare in aula il 17 luglio, giorno successivo alla fine del meeting, alla Federal Courthouse.

L’accusa è altisonante: l’aver violato il Digital Millenium Copyright Act, una delle ultime geniali trovate del governo statunitense, probabilmente spaventato dalla previsione di “ingestibilità” e controllo sulle nuove evoluzioni tecnologiche, spesso create dall’underground digitale.

In realtà Emmanuel Goldstein e Macki, rispettivamente editore e webmaster di 2600 Magazine, hanno commesso “l’enorme reato” di pubblicare il codice sorgente del DeCSS: per questo motivo verranno giudicati e, forse, condannati.

E il DeCSS cos’è ? Sarà un codice per sproteggere qualunque cosa, se c’è un processo in corso e come parte civile troviamo il Governo degli Stati Uniti e la MPAA3 ? No…il DeCCS è il risultato dell’ingegno di Jon Johansen, un ragazzo norvegese il quale, volendo visualizzare i film DVD sul proprio PC ed avendo Linux e non Microsoft come sistema operativo (e quindi nessun player disponibile) ha scritto il software. Questo software è, di fatto, un reverse engineering del CSS, l’algoritmo utilizzato dai DVD, e può quindi essere modificato – essendo il codice sorgente libero e disponibile, Open Source – per sproteggere DVD protetti ed effettuarne copie. Emmanuel e Macki saranno giudicati per aver reso disponibile sul loro sito web il codice sorgente di un programma “free”.

2600 Magazine ha anche ideato, prodotto e presentato in anteprima assoluta all’H2K “Freedom Downtime”, un videodocumentario di un’ora e mezza sul mondo hacker ed il movimento “Free Kevin”4, grazie al quale migliaia di persone nel mondo hanno supportato la causa di Kevin David Mitnick (vedasi gli articoli “Vola Condor Vola” e “Cosa Kevin David Mitnick non potrà fare nella sua vita: praticamente tutto” su questo stesso sito). È una lotta, seria e difficile, sulla libertà di parola, pensiero, espressione, sul sottilissimo confine – tipico dell’hacking e della programmazione – tra la legalità e la non legalità, tra la sete di conoscenza e la volontà dei governi di sorvegliare e controllare le informazioni.

Information wants to be free, si dice. Il Welcome Message di H2K recita: “parleremo molto di coscienza sociale e anticensura: sono argomenti che dobbiamo prendere con estrema serietà, se vogliamo vincere i crescenti sforzi di limitare la libertà di parola, di controllare la Rete e definire gli hackers come i terroristi nel nuovo millennio.”

Jan è stato fantasioso, e ha dato liberamente un’informazione a tutti. Negli Stati Uniti d’America, paese delle libertà ed uguaglianze per eccellenza, ancora una volta si cerca (successe già con Philip Zimmerman ed il suo PGP5) di zittire e vietare ciò che è nuovo e diverso. Dopo 50 anni l’Europa si è accorta di Echelon: quanto ci metteremo a capire che il gigante USA non può sempre comandare, e quanto a capire che la Rete è un bene di tutti e non una proprietà statunitense ?

Nel prossimo articolo illustrerò le conferenze tenute all’H2K e vi racconterò un po’ di storia dei vari relatori.

Tra i tanti apparsi cito il mitico (ed oramai anzianotto) Captain Crunch (ebbene sì, esiste veramente!), Bootleg, Richard Cheshire (Tap Magazine Editor), il gruppo Cult of the Dead Cow (CdC), l’avvocato Martin Garbus, Emmanuel Goldstein, Ron Gula della Network Security Wizards, Robin Gross e Dan Orr della EFF (Electronic Frountier Foundation), Rop Gonggrijp di Hacktic Holland, Brian Oblivion, Well Pond, King Pin e Space Rogue della @Stake’s L0pht Research Labs (ex L0pht, Boston), Robert Steele, presidente della Open Source Solutions Inc, definito “10.000 volte più pericoloso del miglior hacker sulla piazza”. Ne vedremo delle belle e, forse, alcune persone capiranno che l’hacking è, semplicemente, la voglia di imparare.

  1. La teoria dell’IP Spoofing è stata dimostrata in modo pratico da Kevin Mitnick nel 1994; Making Theorical Practice, recitano i L0pht sulla loro Home Page…(http://www.l0pht.com).
  2. 2600 Hacker’s Quarterly, http://www.2600.com
  3. MPAA, Motion Pictures of America, Associazione Nazionale Produttori Film (USA)
  4. http://www.freekevin.com, http://www.kevinmitnick.com
  5. PGP, Pretty Good Privacy, http://www.pgpi.com

L'autore

  • Raoul Chiesa
    Raoul Chiesa ha cominciato a fare hacking nel 1986. Arrestato nel 1995 per la violazione di alcuni importanti sistemi informatici, non ha per questo smesso di interessarsi a questo mondo, riuscendo a trasformare la sua passione in una professione. Hacker da sempre etico, oggi è un punto di riferimento e un’autorità in materia di sicurezza informatica. È membro dell’ISECOM e del Capitolo Italiano di OWASP, oltre a essere socio fondatore e membro del Direttivo tecnico-scientifico del CLUSIT (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica).

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