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Hollywood all’attacco dei videoregistratori digitali

21 Febbraio 2002

Hollywood all’attacco dei videoregistratori digitali

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Hollywood, o meglio, l’industria cinematografica e televisiva scende di nuovo in guerra. Questa volta il nemico è rappresentato dai fabbricanti e commercianti di decoder video per uso domestico. Questi recettori …

Hollywood, o meglio, l’industria cinematografica e televisiva scende di nuovo in guerra. Questa volta il nemico è rappresentato dai fabbricanti e commercianti di decoder video per uso domestico.

Questi recettori video non sono altro che i successori digitali dei videoregistratori classici che abbiamo in casa.
Permettono di registrare in ogni momento e facilmente programmi televisivi e di visionarli in seguito saltando i passaggi inutili (come la pubblicità che interrompe i film o un avvenimento sportivo).

In una pagina pubblicitaria di un sito che vende questo tipo di apparecchi, viene spiegato il possibile uso.
“Con il dispositivo di auto-registrazione – spiegano – il telespettatore ha la possibilità di fare una pausa in tempo reale durante ogni tipo di trasmissione che sta guardando. Una volta premuto il tasto pausa (il programma) è automaticamente registrato in una memoria tampone. Al suo ritorno, il telespettatore non ha che da riprendere la trasmissione a partire dal punto di interruzione, o optare per riprendere la trasmissione in tempo reale”.

Un apparecchio come questo ha infatti la possibilità di registrare all’interno di un disco rigido da 40 Gb fino a 30 ore di contenuto.

Insomma, una libertà data al consumatore che preoccupa non poco l’industria cinematografica e televisiva.
Dunque, sono state intentate quattro cause contro Sonicblue, che fabbrica il ReplayTV dalle grandi reti televisive e da sette studios di Hollywood.

Nella richiesta le società contestano che le funzionalità di questi apparecchi incitano i consumatori a costruirsi, attraverso le registrazioni, una propria videoteca senza dover acquistare cassette video, DVD e senza pagare i diritti d’autore.

Una spiegazione un po’ deboluccia. Infatti, Sonicblue contrattacca portando a propria difesa i 20 anni di uso dei videoregistratori classici che già permettono di registrare filmati.
Gli studios, infatti, non hanno mai perseguito legalmente i telespettatori che hanno fatto collezione delle puntate di fiction, cartoni e dei film trasmessi in questi anni.

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