Tempi felici o tenebrosi, dipende dai punti di vista, per gli attacchi degli “hacker” nei maggiori ambiti virtuali del governo USA. Sul finire dello scorso anno si sono avute numerose intrusioni nei siti più importanti, dal Senato all’Esercito, dall’FBI alla Casa Bianca. Per non parlare delle recenti appropriazioni indebite di ampi database contenenti numeri di carte di credito in aziende private. Ora tocca addirittura al celebre sito della Library of Congress, Thomas. Così chiamato in onore del presidente Thomas Jefferson, il sito è assai popolare tra professionisti e comuni cittadini soprattutto perché offre dati aggiornati su ogni proposta di legge in circolazione nella aule del parlamento.
Gli intrusori hanno lasciato messaggi vantandosi di essere “quattro hacker di un piccolo paese europeo”, modificandola pagina iniziale di Thomas con la dicitura: ”U.S. Congress Web site – defeated!”. Nelle altre pagine alterate sono stati anche inseriti i comandi utilizzati per ottenere accesso e penetrare nel sistema informatico governativo. Immediate e pressanti le richieste, in ogni ambito, per l’attivazione di sistemi di sicurezza più adeguati a protezione dei sistemi governativi più importanti. Una sicurezza che secondo alcuni recentemente è stata allentata per occuparsi invece di aggiustamenti inerenti i temuti problemi del “millennium bug”.