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Ha inizio la grande stagione della TV Digitale Terrestre (prima parte)

14 Settembre 2005

Ha inizio la grande stagione della TV Digitale Terrestre (prima parte)

di

Intervista a Giuseppe Facchetti, Chief Technology Officier di Sun Microsystems Italia

C’era bisogno del tormentato calcio settembrino per far compiere il “grande salto” alla nostra vecchia televisione, complice anche la nuova legge sulla sicurezza negli stadi che porterà più telespettatori alle pay-tv digitali che tifosi sugli spalti.

Fino a due anni fa, la stragrande maggioranza degli apparecchi televisivi in distribuzione sul mercato era costituita ancora dal classico Tubo Catodico connesso ad un pannello elettronico il cui compito era quello di ricevere e trasformare un segnale analogico trasmesso via etere.

Oggi, la miriade di modelli al Plasma ed a Cristalli Liquidi, uniti alla nuova tecnologia del Digitale Terrestre, promettono un salto tecnologico che si attendeva da più di trent’anni, quando timidamente i nostri schermi passarono dal triste bianco-nero allo sfavillante mondo del colore. Prossimo passo…. la TV olografica, per vedere anche con l’aiuto della terza dimensione se il pallone ha superato o meno la linea di porta!

Abbiamo posto alcune domande nel corso dell’ultima Java Conference italiana a Giuseppe Facchetti, Chief Technology Officier di Sun Microsystems.

In questa prima parte verranno analizzati gli aspetti tecnologici di questo nuovo media interattivo, nella seconda parte il Dott. Massimiliano Altadonna, autore di un recente studio sulla TV Digitale Terrestre, approfondirà con Giuseppe Facchetti gli aspetti dell’interattività del mezzo, in relazione alle prospettive di Business e di Marketing.

DTT: piattaforme tecnologiche e strategie

La piattaforma MHP, cuore del Digitale Terrestre, è basata sulla tecnologia Java, un linguaggio di programmazione innovativo, grande scommessa di SUN fin dal 1995.
Ing. Facchetti, qual è oggi il ruolo di Sun Microsystems nel contesto della televisione digitale terrestre?

Il ruolo che Sun Microsystems sta assumendo in questo momento è quello di punto di incontro di competenze e di tecnologie per realizzare soluzioni complete per il digitale terrestre. Per chiarire meglio, è nella tradizione di Sun lavorare sulla piattaforma tecnologica realizzando applicativi e quindi non facciamo ne consulenza di business ne database.

In generale, la filosofia di SUN è da sempre basata sulla Rete ed il Digitale Terrestre rappresenta, dal mio punto di vista, un’ulteriore estensione particolarmente interessante del Network Globale: si tratta di un sistema che consente di ampliare la popolazione raggiunta finora.

In Italia circa il 30 – 40% della popolazione utilizza un Personal Computer, ciò implica che la maggior parte della popolazione italiana non può essere raggiunta dalle, oramai, tradizionali applicazioni presenti su Internet. Viceversa, tutti posseggono un televisore e, quindi, il Digitale Terrestre permette di offrire applicazioni evolute ed interattive anche a quei soggetti che non posseggono un Personal Computer e, probabilmente, non lo desiderano.

Senza avere la necessità di gestire il proprio mainframe di casa, che può creare inconvenienti legati alla complessità dell’hardware e del software, la Televisione Digitale Terrestre può essere una modalità a bassissimo costo, qualche volta perfino a costo zero se si ha acquistato un decoder usufruendo dei contributi statali, per usufruire di applicazioni interattive e potenzialmente utili.

Si tratta, quindi, di un altro meccanismo con cui la Rete si sta rendendo sempre più pervasiva, come SUN da venti anni afferma “The Network is the Computer”: questa ci è sembrata un’area molto interessante su cui lavorare.

Quali sono le caratteristiche principali della piattaforma di SUN MICROSYSTEMS?
Quali vantaggi e quali svantaggi, in ambito sia tecnologico che economico, porta l’utilizzo di software Open Source?

Per quanto riguarda le caratteristiche della piattaforma di SUN, la tecnologia adottata è abbastanza standard per quanto riguarda l’hardware, mentre è particolarmente interessante per quanto riguarda la parte software. Infatti, noi abbiamo un middleware, il Java Enterprise System, che è un insieme di prodotti nati in ambito web ma che si applicano altrettanto bene nell’ambito della televisione digitale e rappresenta lo strato base su cui costruire un’applicazione. Quindi, l’elemento rilevante della piattaforma di SUN è proprio questo strato di software che abilita la creazione di un ambiente server per il centro servizi, l’ambiente della televisione digitale.

Un’altro fattore che giustifica il nostro interesse nel digitale terrestre è l’utilizzo di JAVA, che rappresenta la tecnologia di base dell’ambiente MHP e, quindi, dei set – top – box, al pari dell’ambiente MIDP per i telefoni cellulari, dimostrando nuovamente di essere la piattaforma di sviluppo più appropriata. Quindi, Java 2 Enterprise Edition, che viene utilizzato sul lato server, e JAVA MHP, sul lato client, costituiscono i due elementi principali della nostra piattaforma.

Per quanto riguarda le soluzioni per la televisione digitale non ci concentriamo tanto sulla piattaforma, quanto sul fatto di mettere insieme i vari pezzi.

Finora, il contributo di Sun Microsystems in questo mercato è stato quello di svolgere il ruolo di punto di incontro e di aggregazione, in quanto siamo in grado di mettere insieme le diverse componenti che, prese per conto proprio, probabilmente non rappresentano delle tecnologia rivoluzionarie. La maggiore difficoltà consiste nel mettere insieme tre componenti, ovvero quella rappresentata dal broadcaster, composta dal lato ISP e dal lato Java Enterprise System, la componente rappresentata dal lato Client e dal lato Server e la componente rappresentata dalla piattaforma tecnologica hardware. Quindi, più che sulla piattaforma, ci concentriamo sugli aspetti di nostra competenza, ponendoci come il soggetto integratore per la realizzazione di una soluzione finale.

Per quanto riguarda il software Open Source, finora, non l’abbiamo utilizzato in tale ambito, bensì in uno relativamente più ampio, ovvero quello del Content Management. Infatti, nel complesso possiamo considerare la televisione Digitale Terrestre come uno dei canali di distribuzione di informazioni gestite in un ambiente di Digital Asset Managemento di Content Management. Nell’ambito della televisione digitale terrestre puro siamo andati, invece, con prodotti di intellectual property nostri e dei nostri partner, e non con prodotti Open Source.

Gli svantaggi, invece, sono limitati. Uno di questi potrebbe essere il fatto che a volte gli aggiornamenti di un prodotto Open Source vengano sviluppati dalla Community. Infatti, potrebbe accadere che questa non li effettui sempre con immediatezza e, soprattutto, non è presente un responsabile degli aggiornamenti a cui fare riferimento. In realtà, ci stiamo rendendo conto che le Comunità sono molto efficaci nel mantenere aggiornata una tipologia di prodotti.

Inoltre, ma non si tratta di un difetto dell’Open Source bensì di un difetto della percezione comune, a volte avviene che i prodotti gratuiti non vengano valutati correttamente, essendo diffuso nella percezione comune che ciò che è gratuito abbia scarsa qualità od importanza.

Può capitare nel presentare una soluzione Open Source, che la prima reazione del cliente sia quella di trovarsi di fronte ad un prodotto di scarso valore, in quanto non si sa con precisione chi l’abbia sviluppato in quanto si tratta del risultato di un’attività spesso generata da sviluppatori indipendenti che svolgono una sorta di “volontariato”. Quest’ultimo fattore non è un problema dell’Open Source e, fortunatamente, nel tempo la percezione delle persone sta cambiando.

Volendo cercare fino in fondo i difetti dell’Open Source si può rilevare come teoricamente tutti possano accedere al codice e modificarne le personalità, ma in realtà non è vero in quanto per farlo occorre avere specifiche ed approfondite competenze.

Qual’è il potenziale reale della televisione digitale terrestre? Quanto spazio occupano i messaggi interattivi, le trasmissioni e le varie forme di applicazione, come il T–Governement ed il T–Banking?

Tipicamente un’applicazione interattiva occupa tra i 300 e i 400 KB sulla banda, questo vuol dire che un multiplex può avere all’incirca quattro o cinque applicazioni: stiamo parlando di applicazioni di piccole dimensioni, ma che possono risultare interattive e, perciò, utili. Stiamo anche parlando di applicazioni presenti sul set – top – box che devono essere molto piccole per motivi di capienza fisica della memoria dello stesso. La necessità di realizzare applicazioni di così limitate dimensioni (che ricordano un po’ i tempi in cui si programmava sul PDP-11 dove i 64 K erano il limite invalicabile e bisognava customizzare i programmi per questioni di memoria dell’hardware), rappresenta un duplice vantaggio.

Da una parte la Televisione Digitale Terrestre obbliga a scrivere applicazioni con una facile interfaccia utente (a differenza del Personal Computer che offre mouse, tastiera e molte altre periferiche), costringendo lo sviluppatore ad essere creativo ed a costruire applicazioni realmente semplici da utilizzare, tali che anche i soggetti privi di una cultura informatica possano accedere a questa tipologia di servizi.

L’altro vantaggio è dato dal fatto che il programmatore deve scrivere applicazioni molto piccole e, quindi non sprecare memoria inutilmente. Si tornerà, perciò, a realizzare prodotti artigianali, come avveniva una volta, con una forte disciplina nella programmazione.

In questo contesto non esiste la possibilità di realizzare programmi di enormi dimensioni che, in sostanza, possono risultare inefficienti e con un inutile spreco di risorse. Ovviamente, la tecnologia nel tempo ci aiuterà, perché nei prossimi tre anni i set – top – box avranno sempre maggiore quantità di memoria a disposizione.

Come si configura la convergenza tecnologica tra telefonia, internet e televisione oggi? Quali sono le prospettive future?

La Televisione Digitale Terrestre rappresenta un esempio positivo per la convergenza, non solo tra le tecnologie IT, ma anche con la tecnologia del broadcasting. Infatti, si hanno due canali di comunicazione di base, ovvero quello televisivo e quello telefonico, che si integrano per costruire un’applicazione finale. In generale, questi aspetti di convergenza sono già partiti, in quanto con i telefoni cellulari si può accedere ad Internet per scambiare e trasferire SMS, piuttosto che MMS. Già oggi è possibile vedere per alcune decine di secondi la televisione sul cellulare: Texas Instruments ha annunciato lo sviluppo del primo chip per la televisione digitale, denominato Hollywood che per ora è ancora un prototipo ma permetterà di vedere tra un paio di anni tranquillamente la televisione sul cellulare.
Penso che non ha caso il gruppo Telecom Italia includa al proprio interno anche LA7, in quanto per primi hanno, con acutezza, intravisto le potenzialità dell’integrazione tra tecnologie diverse, facendo così da ISP, da fornitore di linea, da fornitore di infrastruttura ed anche da broadcaster.

Concludendo, secondo me, siamo a buon punto per quanto riguarda la convergenza e, sebbene la tecnologia non ci supporti ancora al 100% a livello di equipment, col tempo arriveranno anche sul “mobile” trasmissioni superiori al megabyte al secondo.

Continua…

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