Verso la consapevolezza dell’impatto ambientale
Considerando che in Italia il solo Airbnb ha circa 400 mila alloggi e che, nella sola Venezia, grazie al portale più di 470 mila visitatori provenienti da oltre 150 Paesi hanno soggiornato nel territorio comunale nel 2017, si intuisce facilmente che, con questi numeri, anche noi host abbiamo la nostra parte di responsabilità ed è essenziale che troviamo il modo di fare la nostra parte per rendere l’impronta ecologica della nostra attività il più leggera possibile.
Fortunatamente sempre più viaggiatori stanno acquisendo consapevolezza, il turismo green è diventato un segmento interessante anche dal punto di vista imprenditoriale, lo rivelano i trend 2019 registrati alla BIT di Milano (una delle più grandi manifestazioni di settore a livello mondiale) e il report annuale pubblicato da Booking.com, due fonti molto autorevoli e del tutto imparziali.
In particolare, dal report emerge un dato interessante: il 45% dei viaggiatori vorrebbe che fossero disponibili filtri ecosostenibili quando prenota online. Considerando che la ricerca è stata commissionata da Booking.com è molto probabile che questa opzione sarà resa disponibile a breve.
Questo si traduce in una grande possibilità per noi host, quella di essere inclusi in una nuova categoria che, alla luce dei dati, è già piuttosto rilevante e con un trend di crescita.
Sfruttare il trend green in pratica
Chi ha in programma una ristrutturazione è avvantaggiato, potendo scegliere di fare diventare la propria casa interamente green.
Gli interventi sono i più diversi e variano a seconda del tipo di immobile. Le prime soluzioni che conviene adottare riguardano la produzione autonoma e il risparmio di energia.
Una soluzione in grande stile potrebbe essere il tetto verde, idea nata sulla falsariga del green roof della California Academy of Sciences, il museo della scienza di San Francisco progettato da Renzo Piano.
Si tratta di un vero e proprio prato che isola l’edificio proteggendolo dal sole d’estate, fornisce una barriera naturale contro l’inquinamento acustico e contribuisce all’assorbimento della CO2. Inoltre un tetto verde ben progettato assorbe la pioggia molto più di uno normale, riducendo il carico idrico delle fognature.
Per stare su un tipo di intervento più comune, pannelli fotovoltaici e impianti geotermici permettono di generare autonomamente energia, affrancando dalle bollette di luce e gas. Prima di avventurarsi su questo sentiero è però necessario consultare l’ufficio urbanistico del proprio Comune; non è detto che sarà possibile agire in completa autonomia, dato che persino nelle periferie delle grandi città esistono contesti urbanistici protetti dal punto di vista architettonico e si stima che oltre la metà del territorio italiano sia sottoposto a vincoli e limiti imposti dalla tutela del paesaggio.
Dal punto di vista dell’isolamento si può iniziare pensando alla coibentazione con materiali ecocompatibili come la fibra di legno, la lana di pecora, la fibra di cellulosa o quella di canapa.
Un intervento minore ma di sicura efficacia è quello sugli infissi, scegliendone di tipo certificato e in classe A, che diminuiscono notevolmente la dispersione termica e aiutano a mantenere un microclima ottimale.
Certo, si tratta di interventi abbastanza radicali, ma con vantaggi ecologici ed economici nonché fiscali. L’Agenzia delle Entrate fornisce regolarmente tutte le informazioni relativamente alle agevolazioni in atto.
Per gli interventi che aumentano il livello di efficienza energetica delle abitazioni sono disponibili incentivi e detrazioni fiscali. Trovate tutte le informazioni relative a queste misure sul sito dell’Agenzia delle Entrate, https://www.agenziaentrate.gov.it.
Ripartire da sottoterra
La nuova tendenza per chi parte da zero con buone risorse è la casa ipogea, una abitazione sotterranea ad alta efficienza energetica inserita quasi completamente nella terra, con spese di raffreddamento e riscaldamento molto basse grazie al maggior grado di isolamento e alle temperature stabili del sottosuolo. Se pare una follia, una ricerca in rete farà cambiare opinione: oltre a essere bellissime pare siano anche molto confortevoli. Per esempio, la Cantina Antinori nel Chianti ha scelto una soluzione ipogea per preservare al massimo le qualità dei suoi preziosi e blasonati vini.
Ci sono anche interventi di tipo meno radicale: cambiare gli elettrodomestici, prima di tutto passando a quelli a risparmio energetico, ma anche ragionando sulla loro reale utilità e riducendone le dimensioni (non è detto che sia necessario avere un freezer enorme durante una vacanza) o eliminandoli.
In case con una media molto bassa di giorni di permanenza, lavatrice e lavastoviglie potrebbero essere superflue o, eventualmente, sostituite con modelli di dimensioni (e consumi) ridotte. Le stufette da bagno e simili, se non strettamente necessarie, vanno eliminate. Anche perché il guest, se trova in casa qualcosa tenderà a usarlo.
La temperatura operativa dello scaldabagno o della caldaia va abbassata dagli assurdi 60° su cui è solitamente impostata a più idonei 40°. Non servirà più acqua fredda per compensare quella troppo calda e il risparmio sarà visibile.
Per quanto riguarda le soluzioni di raffrescamento, io ho optato per le pale meccaniche da soffitto a scapito dell’aria condizionata. Sono più che sufficienti a rinfrescare le stanze, quelle di nuova generazione non emettono praticamente rumore e, per giunta, tengono lontane le zanzare.
Con pochi euro è possibile acquistare dei riduttori di flusso per docce e lavandini che non toglieranno nulla alla qualità della vita degli ospiti e ottimizzeranno i consumi.
Eliminiamo i flaconcini per shampoo e detergente e scegliamo dei dispenser a muro, da ricaricare di volta in volta, lasciamo a disposizione dei guest strofinacci in stoffa da alternare alla carta assorbente e cerchiamo di eliminare tutto l’usa e getta.
Usiamo pile ricaricabili per i telecomandi e lampade a basso consumo per l’illuminazione.
E togliamo di mezzo le macchine per il caffè con le cialde.
Come ti educo il guest
È necessario cercare di intervenire anche nei comportamenti dei guest, perlomeno indirizzandoli verso strade virtuose.
Al momento del check-in proponiamo i servizi di bike sharing della nostra città e per la spesa indirizziamoli verso i mercati rionali o dal contadino, a seconda dei contesti, in modo da ridurre gli imballaggi.
Se l’acqua del rubinetto è potabile lasciamo a loro disposizione delle brocche e invitiamoli a provare l’acqua del sindaco (questa è una frase che fa sempre molto ridere i miei guest). Dopo averli affascinati con the mayor’s water, offro anche in prestito delle borracce da portare con sé durante il giorno e ho visto che sono molto apprezzate.
Mettiamo a loro disposizione spremiagrumi e centrifughe per l’insalata, per dargli la possibilità di scegliere verdura e frutta fresca a scapito di succhi in scatola e buste e lasciamo in dotazione prodotti ecologici per la pulizia.
Spieghiamo il motivo che ci ha spinto verso certe scelte e chiediamo loro di essere rispettosi, come per esempio di non utilizzare più asciugamani del necessario o non gettare i rifiuti alla rinfusa.
L’ecologia e il rispetto ambientale sono i grandi temi del mondo contemporaneo e sempre più persone si sentono coinvolte nel processo di cambiamento, quindi non sarà difficile conquistare i guest su questo terreno.
La proposta completamente ecologica
Per proporsi come alloggio esplicitamente green ogni dettaglio dovrà essere pensato in questa chiave, dalle vernici utilizzate per le pareti ai rivestimenti, rigorosamente in materiale organico, come per esempio pietra naturale o parquet in bambù.
Per quanto riguarda gli arredi si può optare per mobili bio ecologici con incastri a secco e privi di formaldeide e VOC, ma la vera casa green, dal mio punto di vista, è arredata con mobili recuperati o riciclati.
Non sono una fan del recupero a tutti i costi, ricordo con orrore la moda dei divani in pallet (bancali del supermercato, più che un’ospite mi sentivo una cassa di birra) o i soppalchi sghembi fatti coi tubi Innocenti dagli studenti di ingegneria fuoricorso. Intendo recupero vero, fatto con gusto e intelligenza, quello che prevede per esempio il restauro di un mobile in legno pregiato ma magari non più attuale o un po’ danneggiato.
Oppure il riutilizzo e la trasformazione di materie prime, come le travi eliminate dopo una ristrutturazione o le bottiglie lasciate in cantina dai vecchi proprietari.
Questi ultimi due esempi non sono frutto della mia immaginazione: ho appena raccontato due idee che hanno avuto i proprietari di Em Carne Viva, un ristorante di Porto in cui ogni elemento sta vivendo la propria seconda vita, dai tavoli e le sedie, che un tempo erano travi del soffitto, ai posacenere fatti con la graniglia dei muri abbattuti, fino ai meravigliosi lampadari, che erano bottiglie lasciate dai vecchi proprietari.
Persino le losanghe in ferro delle finestre sono state ricavate da materiali di scarto del cantiere, a dimostrazione che con visione, gusto e, ahimè, un buon investimento iniziale, è possibile creare grandi cose.
Questo articolo richiama contenuti dal capitolo 11 di Guadagnare con Airbnb – manuale per affitti temporanei – nuova edizione aggiornata.
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