Lo hashtag #grammarnazi ha avuto fortuna migliore di altri epiteti e anzi viene brandito orgogliosamente da alcuni che non temono di riconoscere un valore alla scrittura. O, in generale, a qualcosa di esterno al puro sé.
Che ci sia valore risulta chiaro dal fatto che nessuno ha ancora formalizzato l’accusa più infamante ai giorni nostri, #grammarphobe. Normalmente una accusa di qualcosa-fobia è indizio di pochezza di argomenti da parte degli accusatori e in effetti certe discussioni sulle forme grammaticali hanno un fondamento; non sono ancora degenerate in un fronteggiarsi di ombelichi. La dimostrazione la fornisce genialmente come al solito Randall Munroe tramite xkcd:
A dispetto di tanti catastrofisti, Internet ha moltiplicato le occasioni di lettura e scrittura, sia pure a prezzo della dealfabetizzazione; un sano interesse per grammatica e ortografia, senza fanatismi, aiuta la comunità a preservare almeno un nucleo di linguaggio condiviso.
Per questo dichiaro il mio plauso alla seconda Giornata ProGrammatica, in programma venerdì 17 ottobre su Radio3 e incoraggio l’iscrizione almeno esplorativa al gruppo Facebook La lingua batte, nonché la visita regolare al blog Terminologia etc. Come da comunicato stampa sul sito dell’Accademia della Crusca, le Giornate consistono in
una specie di mobilitazione nazionale a favore di un uso consapevole della lingua italiana, secondo una grammatica corretta ma non rigida, capace di adattarsi alle varie situazioni comunicative.
Vaste programme certo, ma perché non essere ambiziosi? È il modo migliore per prendere le distanze dai piccoli vandali della punteggiatura in cerca di attenzione. Non hanno capito che le licenze sono il sale dell’evoluzione linguistica, purché abbiano scopo, creino valore, originino da una solida conoscenza delle basi. Altrimenti sono solo povertà espressiva.
Se posso muovere una critica, allo hashtag #giornataproGrammatica avrei preferito #filogrammatici. Magari come primo passo verso l’apertura di una informale #accademiadeifilogrammatici. L’idea dell’amore verso il corretto scrivere mi coinvolge più dell’essere pro. Più che #grammarnazi mi sento #filogrammatico. #grammarphile.
Giusto per non finire tra i pedanti messi alla berlina da xkcd.