Circa una settimana fa irrompevo nelle vostre vite sostenendo che, a metà degli anni Dieci o giù di lì, chi vuole tuffarsi nel web farà bene a lasciar da parte per un momento JavaScript, perché di cose da imparare ce n’è millanta.
Ora capovolgiamo la riflessione e chiediamoci, web a parte, da dove può cominciare chi vuole imparare a programmare. Quali sono i linguaggi di programmazione più flessibili, più potenti, più richiesti dal mondo del lavoro? La risposta vi stupirà.
Per evitare che i gusti e i punti di vista mettano il becco in questa risposta, che dev’essere il più possibile oggettiva, partiamo da un dato di fatto numerico e quindi del tutto indiscutibile. Facciamo un salto su GitHub, oggi il più popolare spazio per la condivisione di librerie e progetti di programmazione, e guardiamo qual è il linguaggio più usato. Nella figura qui sotto, di cui sono debitore a @dberkholz, la risposta.
Se volete approfondire il dato, GitHub mette a disposizione interessanti strumenti di interrogazione della sua base dati. Per esempio potete scoprire quali e quanti progetti esistono con oltre 5000 programmatori contemporaneamente all’opera.
Qualcheduno farà un salto sulla sedia e dirà che Javascript è un linguaggio interpretato e non compilato, a basse prestazioni, ingabbiato dentro alla finestra di un browser nell’esecuzione e per tutti questi motivi indegno di venire paragonato a linguaggi più titolati come il C. Invece tutte queste obiezioni erano vere anni fa mentre oggi sono false. Javascript funziona fuori dal browser e per chi usa Safari in iOS 8 e OS X 10.10 viene compilato e ha prestazioni stratosferiche. Potete persino usarlo per scrivere app Windows 8 e anche app per OS X Yosemite. Potete svilupparci anche sistemi embedded per pilotare hardware a basso livello.
Javascript è l’unico linguaggio possibile dentro a una pagina che viene vista nel browser e questo è più che sufficiente per renderlo uno dei linguaggi più importanti al mondo. Ma negli ultimi anni è cresciuto paurosamente, e chi lo avesse conosciuto tre anni fa e poi passato quei tre anni su Marte oggi stenterebbe a riconoscerlo. Un web designer puro può benissimo, lo ripeto, farne a meno: basta che costui sia un creativo o un esperto di esperienza utente — del resto proprio la sua recente inattesa profondità e versatilità lo rende molto meno semplice da dominare rispetto a pochi anni fa.
Non perdiamolo d’occhio.