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GPRS: grande flop in Europa

03 Maggio 2002

GPRS: grande flop in Europa

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Altro che tappa intermedia tra gli SMS e l'UMTS! Il GPRS - per non parlare del WAP - non sta assolutamente riscuotendo il successo sperato nella wirelessissima Europa. Solo un milione di abbonati nel 2001.

Dopo aver assistito al flop commerciale del wap, il 2001 è stato in Europa – a quanto dicono le statistiche – l’anno sbagliato per il Gprs. Gli utenti sembrano non averlo quasi preso in considerazione.

Il Gprs (general packet radio network) è una tecnologia che, anche se basata sulla trasmissione a pacchetto, si appoggia ancora alla rete Gsm e ne incrementa la velocità permettendo di collegarsi a Internet a 64 kbit/s. Gli operatori telefonici di tutta l’Europa hanno cominciato a vendere questo nuovo servizio nel corso del 2001 e hanno cercato di renderlo appetibile, ma i risultati commerciali non sono certamente incoraggianti.

Non si può infatti certo parlare di una fase di passaggio tra gli sms e l’umts, come alcuni avevano previsto. Al contrario, i messaggini testuali continuano a spopolare e il Gprs non è riuscito a sfondare.

Per quanto riguarda il successo degli sms, basta ricordare il dato relativo al numero di messaggi scambiati nel mondo nei primi tre mesi del 2002: 75 miliardi (fonte GSM Association). Le previsioni per l’intero anno in corso parlano di 360 miliardi di messaggi e si attendono con ottimismo le performance degli mms (multimedia messaging services) che consentono di inviare video e foto da un cellulare all’altro. Il primo telefono dotato di questa tecnologia disponibile sul mercato italiano, SonyEricsson T68i, si annuncia già come un grande successo di vendita nonostante gli operatori non abbiano ancora lanciato i servizi che lo supportano.

Ma torniamo al Gprs. In questi giorni è stata pubblicata un’indagine di Analysys, una società di ricerca britannica, che ha rilevato che solo un milione di europei ha scelto di abbonarsi alla 2,5 G nel 2001. Cifre irrisorie rispetto a quelle citate degli sms.

Carphone Warehouse, uno dei maggiori rivenditori di dispositivi mobili in Gran Bretagna, dichiara che anche se i telefonini che supportano il Gprs vengono venduti più degli altri, in realtà pochissime persone si abbonano al servizio. Ogni mese infatti, sono venduti nei negozi che appartengono alla catena Carphone Warehouse oltre 35.000 telefonini Gprs, ma solo 200 utenti si abbonano ai servizi di uno degli operatori britannici. In Italia e negli altri paesi i dati non sono certo migliori, nonostante l’obiettivo annunciato dagli operatori del settore sia tutt’ora di arrivare in Europa a 40 milioni di utenti Gprs nel 2003.

Secondo Analysys, gli operatori non sono stati in grado di fornire contenuti di alto livello a un prezzo ragionevole e competitivo rispetto alle altre tecnologie di comunicazione presenti sul mercato (stessa motivazione che era stata data per il flop del wap).
Un altro motivo dello scarso successo è stato la campagna di promozione, troppo basata su aspetti tecnici e poco chiara. Molti utenti non hanno capito cosa fosse questo Gprs. Insomma, esattamente il contrario di ciò che ha fatto in Giappone NTT DoCoMo con l’i-mode.

Un altro ostacolo alla diffusione del GPRS in Europa è stato certamente la forte presenza di cellulari con credito pre-pagato che non possono accedere a questo genere di servizio. In Europa infatti, secondo i dati Analysys, il 63% degli utenti usa sistemi pre-pagati e in Italia addirittura il 90%.

Secondo Charles Dunstone, chief executive di Carphone, il motivo di questa partenza decisamente lenta è da ricercare nei costi aggiuntivi – troppo alti – applicati dai gestori a chi si abbona ai nuovi servizi avanzati. “Sarà già incredibile se gli operatori riusciranno ad ottenere dei profitti per i servizi Gprs”, ha sottolineato Dunstone. “Se un cliente viene in uno dei nostri negozi, non siamo in grado di offrirgli nessun pacchetto particolarmente conveniente, e la gente rimane scoraggiata. La mancanza di contenuti adatti ha fatto il resto, gli utenti sono convinti che non ne vale la pena”, ha concluso Dunstone che si è detto moderatamente pessimista sul futuro del Gprs.

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