Al termine dell’edizione 2012 del World Conference on International Communications, già pubblicizzata su queste pagine con un certo allarme, si può dire che anche per stavolta il pericolo sia stato scongiurato.
Non eliminato. Semplicemente, il nuovo trattato sulle telecomunicazioni non è stato firmato all’unanimità e quindi non entra in vigore. Lo schema delle nazioni firmatarie lascia poco spazio all’immaginazione sull’entità della posta in gioco. Tra i 55 Paesi che non hanno firmato figurano Australia, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Italia, Olanda, Spagna, Stati Uniti. Tra gli 89 firmatari, Algeria, Angola, Arabia Saudita, Cina, Cuba, Iran, Nigeria, Ruanda, Singapore, Sudan, Tunisia, Yemen.
La differenza che conta qui non è tra chi sia più ricco o più democratico, ma tra chi abbia fatto e contribuito di più allo sviluppo della Internet piena di difetti e però efficace e sostanzialmente libera di cui possiamo disporre. E non c’è partita.
Così riassume l’esito Wired:
Un classico dei film dell’orrore o fantascientifici è il mostro che si crede sconfitto ma riappare nella scena finale e magari nel seguito. […] Vale la pena di tenere in mente Godzilla nel momento in cui il nuovo trattato sulle telecomunicazioni non è stato firmato dagli Stati Uniti e moltri altri Paesi, ancora meno di una vittoria di Pirro per la ITU [International Teelcommunications Union]. […] Ma, come Alice in “Attraverso lo specchio”, dovremo correre molto per finire molto vicino a dove siamo partiti. Possiamo fare festa nel breve, ma il lungo periodo è una situazione preoccupante in cui trovarsi. Praticamente tutte le dinamiche pericolose di cui abbiamo parlato molte volte nel passato permangono.
Forse con eccesso di sarcasmo, ma frutto di una minima esperienza, di fronte alla constatazione che gli atti finali del raduno sono stati resi accessibili via Flash (cioè male accessibili in senso generale e inaccessibili per quasi un miliardo di apparecchi abilitati a collegarsi a Internet), mi chiedo quanto sia veramente adeguata l’ITU come sede per discutere di telecomunicazioni nell’era moderna.