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Go and get lost!

23 Gennaio 2001

Go and get lost!

di

"Lanciarsi e perdersi". É questo il motto di Joshua Davis, 29 anni, autore dell'ormai celebre PrayStation (sito sperimentale che utilizza il software di animazione Flash). La sua filosofia: la maggior parte delle scoperte arriva per caso

Joshua Davis applica questo motto alla lettera nella vita come nel lavoro. A quelli che rimangono estasiati davanti alle sue realizzazioni ripete che non ha la minima idea di quello che fa. “Non sapendo dove sto andando – dice – faccio delle scoperte accidentalmente”. Costituito da “scatole” che contengono ciascuna “un’idea in movimento”, PrayStation è divenuto in meno di un anno il sito di riferimento degli appassionati di programmazione; dato che Joshua, partigiano dell’open source, mette volentieri a disposizione degli altri utenti i suoi esperimenti grafici: “Ognuno – spiega – può prelevare il codice, modificarlo secondo il proprio gusto o esigenza e inviarmi il risultato; così vi è una reale emulazione”.

Lo Zorro del Flash voleva fare libri per bambini, ma a New York nessuno era interessato ai disegni di questo sconosciuto ragazzo del Colorado. Deluso, ha seguito il consiglio di un amico e si è tuffato in Internet, a tentoni. “Non avevo nessuna idea di cosa fosse, ho comprato un libro sull’HTML, l’ho letto dall’inizio alla fine e mi sono lanciato”. Di giorno frequenta corsi di disegno alle belle arti e la sera allinea simboli in codice. Un giorno, d’un tratto, scopre che arte e tecnologia, lungi dall’essere in contraddizione, erano fatti per “accoppiarsi”.

Esaltando l’esplorazione e il vagabondaggio come metodi di creazione, arriva al punto di versarsi gocce di colorante alimentare negli occhi per vedere il mondo in rosso, o cuocere nel forno i suoi dipinti per osservare l’azione del calore.

Il sito Once-upon-a-forest è il versante segreto di questo personaggio estroverso e volubile, che vi si dissimula sotto lo pseudonimo di Maruto. Navigazione difficile, assenza di testi, di aiuti: l’utente, lasciato a se stesso, potrebbe essere sconcertato dall’interfaccia ermetica del sito, ma se appena si lascia sedurre dalla poesia enigmatica dei quadri animati, attrarre dalla loro strana bellezza e dall’universo sonoro che li avvolge, non ne esce più. “È un vero buco nero digitale – afferma divertito Joshua -. Spesso la gente mi scrive per sapere se è vicina alla soluzione, come se ci fosse da risolvere un enigma. Once-upon-a-forest è basato sull’immaginazione, sulla riflessione, sono persuaso che la gente vuole solo questo, vuole partecipare, è stufa di stare incollata al televisore”.

Forse la gente è anche stufa di vedere siti tutti uguali che si sono inginocchiati di fronte alle regole dell’omologazione sacrificando o rinunciando alla creatività? Differenziarsi ha un valore sul Web? Certamente. E come spesso accade le regole classiche funzionano anche su Internet. Il segreto è sempre lo stesso: imparare l’arte e metterla da parte. Prima studiare solfeggio e poi, eventualmente, passare all’improvvisazione. Oggi, invece, vediamo due atteggiamenti opposti: l’omologazione acritica e senza ambizioni creative e l’improvvisazione pura senza conoscenze di base. Risultato: tanti siti tutti uguali e tanti altri assolutamente insensati.

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