Sono in molti ad avere reagito negativamente a questo tentativo di Microsoft di fare brevettare la creazione di emoticon personalizzati. Ciò che il colosso informatico cerca di fare coprire dal brevetto, infatti, è tutto il procedimento: da quando i pixel sono scelti per creare smile personalizzati a partire dalla battitura testuale, fino alla sequenzializzazione di questi pixel per la loro trasmissione e la ricostituzione dell’immagine quando raggiungono la destinazione.
Gli esperti ritengono che il brevetto, se è accordato, potrebbe seminare la confusione poiché copre aspetti di base della comunicazione umana: gli emoticon sono una forma di lingua in sé, e un precedente che permette di brevettare la costruzione di linguaggi pone un pericolo reale per la libertà degli individui.
Jonas Maebe, portavoce della Foundation for a Free Information Infrastructure (FFII), teme che tale brevetto serva a Microsoft per fermare ogni forma di concorrenza all’applicazione MSN Messenger: “È purtroppo ovvio che tali brevetti non hanno nulla a che vedere con la protezione di investimenti o della ricerca e dello sviluppo. L’obiettivo più plausibile consiste nell’ottenere i diritti esclusivi che possono aiutare Microsoft a mantenere la sua superiorità sul mercato della messaggistica istantanea”.
L’ufficio americano dei brevetti non ha ancora deliberato sulla domanda di Microsoft, che si limiterebbe per il momento agli Stati Uniti, anche se la speranza comune è che non si pronunci in modo affermativo.