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Gli operatori si allineano e il mercato si appiattisce

01 Settembre 2010

Gli operatori si allineano e il mercato si appiattisce

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Finita la rincorsa all'upgrade, la competizione tra provider è sempre meno frizzante e affidata soltanto a promozioni temporanee. E con la linea in rame che potrebbe diventare più redditizia, anche l'ipotesi di Ngn rischia di perdere slancio

Benvenuti nella palude della linea fissa. Nella notte dove tutte le offerte Adsl e telefoniche sono uguali. Arriva a questa conclusione, oggi, chi ha seguito per anni il succedersi delle tariffe: sono finiti i tempi della frizzante concorrenza tra operatori e dei continui upgrade di banda, dai 256 Kbps ai 7 Megabit a parità di costi. Adesso, per la prima volta nella storia della offerte a pacchetto (banda larga con o senza linea telefonica) addirittura si notano i primi peggioramenti dei prezzi. Passi indietro. Le tariffe sono soltanto un sintomo del problema; l’aspetto che più colpisce il portafoglio (e l’immaginazione) degli utenti. Ma soprattutto sono cartine tornasole delle generali condizioni del mercato. Che, in Italia, pare fermo alla finestra. Vediamole, quindi, le novità tariffarie.

Meno convenienza

Libero Absolute ha smesso da qualche giorno di essere nettamente l’offerta più economica Adsl più telefono (senza canone Telecom). Si distingueva perché applicava uno scatto alla risposta di 12 centesimi (con chiamate illimitate); adesso Wind l’ha allineata alla concorrenza: 15 cent. Le positive divergenze dalla media tendono a sparire: idem per Tiscali, la cui offerta che include chiamate e Adsl (Tutto Incluso) è passata dai 38,95 ai 39,95 euro. Già: anche questa è allineata alla concorrenza. Una piccola brezza sulla palude arriva dalle promozioni: tutti i principali operatori ne hanno; alcuni regalano mesi, altri fanno sconti durante il primo anno di abbonamento.  Da ultimo, Vodafone ha lanciato, sulle sue offerte e su quelle di TeleTu, una promozione che regala i primi sei mesi. A ben vedere, però, la varietà degli sconti è solo apparente. In un modo o nell’altro, il risparmio connesso a una promozione è sempre di circa 200-220 euro in un anno. È indifferente se con canoni gratis per sei mesi o con canoni dimezzati per dodici.

È una situazione che torna a vantaggio di Telecom Italia, la cui quota di mercato sulla linea fissa è saldamente al 70%. Come si legge negli ultimi dati finanziari, pubblicati ad agosto, il secondo trimestre è stato infelice per i concorrenti: hanno segnato un record negativo di attivazioni; è aumentato il win back, cioè la quota di utenti che dopo aver lasciato Telecom tornano indietro. Il 60% di loro lo fa in meno di due anni. In questo caso è una piena sconfitta per l’operatore alternativo, il quale ha investito per rubare il cliente e poi se lo vede sfuggire dopo poco tempo, forse ancora prima di poterci fare un profitto. Telecom Italia, del resto, è tornata aggressiva con le offerte Internet Senza Limiti e Tutto Senza Limiti, che sono solo cinque euro al mese più care rispetto alla concorrenza. Non ci sono segnali concreti di una futura inversione di tendenza. Verso cioè un aumento della convenienza delle offerte alternative a quelle Telecom. Anzi: è possibile che Agcom, al rientro dalla pausa estiva, approvi definitivamente il rincaro delle tariffe di unbundling, tra le proteste dei concorrenti.

Ngn più lontana

Il rincaro dei costi pagati dagli alternativi si rifletterà probabilmente sulle tariffe. Se la vecchia rete in rame aumenta di valore – grazie al rincaro dell’unbundling – non si vede inoltre come potrebbe Telecom essere motivata ad accelerare gli investimenti nella Next Generation Network. La fibra ottica nelle case: questa sì che darebbe una scossa al mercato delle offerte banda larga. Ma per ora all’orizzonte c’è il rame, annacquato peraltro dal declino dell’aggressività competitiva. Una situazione che Telecom ha tutto l’interesse a lasciare inalterata, almeno finché non avrà la forza economica, nonostante il pesante debito, di dare all’Italia una Ngn degna di questo nome. Al momento il suo progetto è abbastanza limitato: 13 città da cablare entro il 2016. Luci in fondo al tunnel? La speranza, dura a morire, che Telecom accetti la mano tesa dagli alternativi e faccia una rete fibra ottica comune. Ma all’ultima riunione del tavolo, presso il ministero dello Sviluppo Economico, le richieste di Telecom sono state considerate inaccettabili dai concorrenti. Un’altra possibile novità è l’arrivo di promesse più dettagliate e trasparenti, nelle offerte (banda minima garantita e altro). Al momento, in Italia tocca accontentarsi così.

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