Il collettivo Electrohippies vuole mettere a disposizione di tutti un software che permette di lanciare attacchi per saturazione ai siti di tipo DoS (Denial of Service), malgrado l’opposizione di altri attivisti.
Gli Electrohippies sono usciti dall’ombra l’autunno scorso partecipando a diverse manifestazioni sfociate nel “sit-in virtuale” che ha saturato di richieste o di messaggi di posta elettronica i server “nemici”.
Ma sono soprattutto famosi per aver portato avanti una campagna contro il sito Internet dell’Organizzazione mondiale del commercio durante il summit di Seattle.
In seguito a questa azione, dicono i membri del collettivo, “ci siamo messi sotto per lanciare nuovi strumenti di attivismo su Internet. Uno dei quali è un software di disturbo di servizio, la cui versione beta è già stata valutata da militanti in Europa e negli Usa”.
La loro filosofia si può riassumere nel titolo di un articolo di fondo “Client-side distribuited Denial-of-Service: valid campaign tactic or terrorrist act?” e sottomesso alle critiche sul loro sito.
La contestazione, infatti, non ha tardato ad arrivare, soprattutto schierata all’interno della mailing list Hacktivism. La protesta arriva soprattutto dalla comunità degli hacker in senso stretto, di informatici che mettono il loro talento a disposizione di cause sociali o politiche.
“L’hacktivismo non si può riassumere negli attacchi DoS o nell’uso dei vecchi script simplet”. Così ha reagito Bronc Buster, uno dei piloni portanti del gruppo Attrition.
“Si tratta semplicemente di cambiare le cose e di informare la gente, di azioni positive per mettere in luce i problemi e non per punire le persone o le aziende che non parteggiano per il vostro punto di vista”.
In effetti, all’interno dell’articolo del collettivo, viene data la base per costruire un semplice DoS concepito per attaccare i siti per “saturazione”.
Per approfondire
http://www.gn.apc.org/pmhp/ehippies il sito degli Electrohippies
http://www.attrition.org il sito di Attrition