Altro duro giro di vite delle autorità cinesi nei confronti di Internet. Presi di mira nuovamente gli Internet-cafè.
Dal primo maggio sono circa 200 gli Internet-cafè chiusi per disposizione delle autorità a Shangai perché non possedevano la famosa “licenza”.
È stato l’ufficio dell’Industria e del Commercio della più grande città della Cina a chiudere 122 attività durante i primi giorni di maggio, dopo averne chiusi più di 75 alla fine di aprile con un risultato “socialmente molto efficace”, come ha riportato l’agenzia ufficiale cinese.
Queste attività sono definite “illegali” dalle autorità cinese e soprattutto da Luo Gan, il principale responsabile cinese del mantenimento dell’ordine, che in questa occasione aveva denunciato una “tendenza al rialzo per le attività illegali online”,
Numerosi cinesi che non hanno la possibilità di connettersi da casa usano, per navigare sul Web, gli Internet-cafè.
I gestori di questi locali possono essere perseguiti se i loro clienti consultano siti vietati dal governo.
Secondo cifre governative pubblicate a gennaio, la Cina contava alla fine del 2001 quasi 33,7 milioni di internauti, molti dei quali non hanno nemmeno il telefono. Figuriamoci un collegamento Internet.