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Germania, la Corte federale si pronuncia sul deep-linking

11 Settembre 2003

Germania, la Corte federale si pronuncia sul deep-linking

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La Corte federale tedesca ha ritenuto legale la prassi dei motori di ricerca di effettuare link diretti a pagine interne di un sito, invertendo la giurisprudenza, ormai costante da diversi anni, adottata dalle giurisdizioni inferiori

La Corte federale tedesca di Karlsruhe, con una decisione del 17 luglio 2003, ha rigettato la denuncia depositata nei confronti di Paperboy – un motore di ricerca specializzato nell’indicizzazione di articoli giornalistici pubblicati sull’intera rete mondiale – dal gruppo editoriale Handelsblatt.

Nella denuncia, quest’ultimo sosteneva che i link diretti così creati, dirigendo l’internauta direttamente alla pagina dell’articolo desiderato, senza farlo passare per la homepage dei siti dei giornali online, violavano l’art. 87b della legge tedesca sul diritto d’autore, nonché la direttiva Ue sulle banche dati dell’11 marzo 1996.

La Corte federale tedesca, invece, ha ritenuto legale il modo di operare di Paperboy, affermando che spetta ai creatori dei siti adottare espedienti tecnici che permettano di limitare l’accesso diretto alle pagine interne.

Secondo i giudici, poi, anche senza la presenza di un link, l’internauta può direttamente accedere ad una pagina interna accessibile pubblicamente sulla rete, se ne conosce la URL. Il link rappresenta solo una semplificazione tecnica.

La Corte ha anche respinto le argomentazioni dell’attore, basate sulle norme relative alla tutela della concorrenza, in considerazione del fatto che Paperboy costituisce semplicemente un mezzo per accedere ad una molteplicità di fonti d’informazione, accessibili al pubblico sui siti del gruppo Handlesblatt. Inoltre, l’origine degli articoli e i relativi dati identificativi non sono in alcun modo nascosti o assenti.

Infine, la Corte ha affermato che l’attività dei motori di ricerca e l’impiego dei link ipertestuali deve essere accettato per principio, se questi ultimi facilitano unicamente l’accesso ad informazioni accessibili al pubblico.

Questa decisione ribalta un’altra recente pronuncia, resa dalla Corte regionale di Monaco, secondo la quale la realizzazione di deep-link, da parte di un motore di ricerca specializzato, viola il diritto d’autore sulle banche dati.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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