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Gene Kan se n’è andato il 29 giugno

12 Luglio 2002

Gene Kan se n’è andato il 29 giugno

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Era stato il carismatico "uomo immagine" di uno dei maggiori successi software degli ultimi anni: Gnutella, il programma Peer to Peer per il file sharing che aveva per un po' messo nel panico le major dello spettacolo, ma che soprattutto aveva aperto nuovi spiragli per la tecnologia e la filosofia del P2P del post Napster

Se n’è andato a 25 anni, ma dire che se n’è andato è una metafora di un concetto più pesante e grave: Gene Kan ha scelto volontariamente di lasciare la vita con il suicidio. E a fronte della morte voluta di una persona che potenzialmente poteva avere quasi tutto, restano dei grandi interrogativi che non riescono a mescolarsi con il silenzio dovuto di fronte alla morte.

Gene Kan era una persona di successo, nonostante fosse caduto in una pericolosa spirale depressiva da cui avevano cercato di portarlo fuori con terapie psichiche e farmacologiche.

Non era stato effettivamente lui a inventare Gnutella, che è stata concepita originalmente da Justin Frankel e Tom Pepper, ma aveva saputo, come lui diceva, “imbastardire” il software e portarlo alla comunità open source e al mondo dei ragazzi scatenati intorno alla musica in Rete. Era diventato il portavoce del movimento P2P grazie alla sua capacità di comunicare con il pubblico e per le sue doti di divulgatore di tecnologie, oltre che di autore di software. Il successo di Gnutella non lo aveva cambiato o, almeno, non sembrava che fosse successo apparentemente nulla di speciale. Certo che prendere un nerd di 23 anni che aveva passato la sua breve vita a programmare software e esporlo ai media mondiali, non è una pratica che non può mettere in difficoltà l’indole emotiva del soggetto interessato.

Il boom di Gnutella si era anche trasformato in un business importante con il lancio della startup gonesilent.com, il cui nome, dopo quello che è accaduto, fa sicuramente venire i brividi. Gone silent, in cui aveva investito capitale anche “Mr browser” Marc Andressen, è una società che si occupa di produrre software per il P2P per applicazioni legate al business, piuttosto che all’intrattenimento. La sua società era stata poi acquisita nella primavera di quest’anno da Sun, per 10 milioni di dollari, rendendolo famoso e anche ricco. Non solo, era oramai considerato uno dei veri maghi del software in Rete. Secondo Tim O’Reilly “Gene è stato uno dei primi a capire che l’idea di P2P non era adatta solamente alla musica, ma a tutte le applicazioni di computer in Rete”.

Il successo era arrivato sulle spalle di una ragazzo di origine cinese che sapeva triturare codice meglio di qualsiasi altro, che aveva ottenuto un degree a pieni voti a Berkeley, che progettava con la stessa naturalezza sistemi di sicurezza o gestori di traffico IP o giochi in Rete. Che amava il suo lavoro, le macchine veloci, lo scrivere poesie minimaliste e malinconiche.

La domanda a cui manca ancora una risposta è capire perché una persona che in pochi anni ha ottenuto dei risultati del genere possa considerarsi, come Kan sosteneva e come raccontava nella sua home page, un fallito, descrivendosi come un “Sad example of a human being. Specialising in failure numerous technical, commercial. And personal project, tipically resulting in failure”. Sicuramente la depressione è una patologia che trapassa gli individui che ne sono colpiti ben al di là delle condizioni obiettive in cui sono calati. Sicuramente ci vorrebbero altre informazioni che probabilmente darebbero maggiore chiarezza alla vicenda. Forse la sua depressione era un male triste di una generazione che ha convissuto troppo con un’idea di successo professionale spesso irraggiungibile in modo compiuto a cui non fa da contraltare la ricerca di un equilibrio psichico interiore difficile da costruire.

L'autore

  • Vittorio Pasteris
    Vittorio Pasteris è un giornalista italiano. Esperto di media, comunicazione, tecnologia e scienza, è stato organizzatore dei primi Barcamp italiani e collabora con il Festival del giornalismo di Perugia.

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