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Game Boy Advance: ma quanto mi costi?

19 Giugno 2001

Game Boy Advance: ma quanto mi costi?

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Mentre negli Stati Uniti la nuova console Nintendo è stata distribuita a prezzi scontati, in Europa costerà cara. E intanto spuntano emulatori in Rete

Game Boy Advance ha debuttato negli Stati Uniti l’11 giugno al prezzo di 99 dollari, ma diverse catene di supermercati come Wal-Mart, K-Mart, Circuit City, Best Buy e Target lo vendevano a 89 dollari. In altre catene americane come Toys R Us era disponibile al prezzo suggerito dalla casa madre, ma allegando un coupon da $100 usufruibile per acquistare altri prodotti Nintendo. Un fatto anomalo, per non dire unico nella storia dei videogiochi. Dietro alla magnanimità dei negozianti americani c’è la volontà di rendere più appetibile l’ennesimo capriccio videoludico ad una nazione sull’orlo di una recessione economica. Dopo tutto i negozianti – come gli stessi produttori di console – ricavano i loro profitti dalla vendita del software e non dell’hardware, quindi hanno tutto l’interesse che la base installata cresca rapidamente.

E la mossa si è dimostrata efficace: la console è letteralmente volata via dagli scaffali. Nintendo ha così bissato il successo del lancio giapponese, quando aveva venduto circa 650,000 pezzi in un giorno. L’azienda ha distribuito oltre 500,000 unità ai negozianti americani e ha dichiarato di aver ricevuto oltre 200,000 nuove ordinazioni. Accompagnato da ben diciassette titoli, Game Boy Advance è andato letteralmente a ruba.Tra i best-seller vanno segnalati, oltre ai prevedibili Super Mario Advance ed F-Zero Advance, anche l’eccellente conversione di Tony Hawk, una simulazione di skateboard firmata Activision, e Castlevania: Circle of the Moon di Konami.

Nintendo ha tuttavia ridimensionato le sue previsioni di vendita per l’anno fiscale in corso. L’azienda nipponica prevede di commercializzare 23 e non 24 milioni di unità entro il 31 marzo del 2002. Si tratterebbe comunque di un successo straordinario.

Sempre che i giocatori europei non decidano di boicottare Game Boy Advance.

In Europa, intanto…

Situazione paradossalmente opposta nel Vecchio Continente, dove Game Boy Advance sarà introdotto il prossimo 22 giugno a prezzi decisamente più alti rispetto a Stati Uniti e Giappone. In Italia, Ceppi Ratti ha reso noto che distribuirà la console al prezzo di 300,000 lire. In Inghilterra, GBA costerà 90 sterline. Tutto questo nonostante le raccomandazioni di Nintendo di mantenere il prezzo al pubblico tra i 120 e i 130 Euro (circa 250.000 lire). I principali rivenditori italiani hanno comunicato che venderanno la console ad un prezzo compreso tra le 270.000 e le 320.000 lire, preannunciando il lancio di “bundle” (console + uno o due giochi e accessori venduti a prezzi decisamente più alti). Il prezzo delle cartucce in Italia sarà di circa 90.000 lire, più vicino a quello di Stati Uniti e Giappone.

L’eterogeneità di prezzi dell’hardware è riconducibile allo stato di anarchia distributiva che caratterizza da anni l’Europa, un continente in cui la presenza di Nintendo è relativamente debole. Sin dai tempi di NES, infatti i distributori nazionali, de facto, fanno il bello e il cattivo tempo. Questo mentre la Commissione Europea sta indagando le ragioni dietro ai costi più alti rispetto al resto del mondo dei DVD europei. In alcuni paesi, come la Gran Bretagna, la reazione dei giocatori dopo l’annuncio del prezzo di GBA è stata a dir poco furiosa. Le redazioni delle riviste di videogiochi sono state inondate da proteste. E minacce: come quella di ricorrere ad emulatori anziché acquistare la console Nintendo…

Emulando Game Boy Advance

Già, perché prima ancora che la console venisse distribuita negli Stati Uniti, sono apparsi in rete una serie di emulatori illegali che consentono di fruire il software sviluppato appositamente per Game Boy Advance su proprio personal computer. Tra questi, oltre al primo Game Boy Advance Emulator, si sono aggiunti nel giro di poche settimane anche Mappy Virtual Machine, iGBA, Boycott Advance, eloGBA, VGBA, Dream GBA ed altri ancora.

L'”allarme” è stato lanciato dalla pubblicazione britannica Computer and Videogames, secondo la quale sarebbero disponibili in rete le versioni emulate di una trentina di titoli, tra cui Ready 2 Rumble, Mario Advance e Kuru Kuru Kururin. Nintendo, tuttavia, non si è dichiarata particolarmente preoccupata, spiegando che a) i giocatori che utilizzano emulatori sono una nicchia praticamente irrilevante, b) questo tipo di applicazioni sono spesso inaffidabili, difficili da utilizzare e richiedono un costante aggiornamento, c) l’idea di fruire sul proprio personal computer un gioco creato appositamente per una console portatile il cui mantra è “videogiocare sempre, ovunque” è una contraddizione in termini, d) I giochi emulati disponibili in Rete sono, nella maggior parte dei casi, ricavati da copie incomplete e sono comunque illegali.

Nonostante le raccomandazioni di Nintendo, è difficile immaginare che I giocatori non ricorreranno in futuro gli emulatori di Game Boy Advance, anche solo per creare demo ed altre applicazioni non necessariamente ludiche, come avviene dai tempi del Commodore 64. Ma questa volta, la motivazione sarebbe “politica” e non meramente ludica.

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