Il 25 febbraio scorso AOL Germania, Google Germania, Lycos Europa (per conto di Lycos Search Germania, Fireball, Hot Bot e Newssuche Paperball), MSN Germania, T-info, T-Online e Yahoo! Germania, hanno firmato un codice di buona condotta, messo a punto dall’associazione di autoregolamentazione volontaria dei servizi multimediali FSM (Freiwillige Selbstkontrolle Multimedia-Diensteanbieter).
In questo codice, i grandi motori di ricerca tedeschi, tra l’altro, hanno accettato di eliminare dei loro risultati tutti i siti dal contenuto illegale.
La FSM è un organismo non governativo creato nel 1997. È legittimato a ricevere i reclami dei navigatori Internet tedeschi in merito a siti dal contenuto ritenuto illegale. I casi considerati riguardano la propaganda e la riproduzione di simboli di organizzazioni incostituzionali (come i partiti nazisti), le opinioni razziste, il revisionismo, l’incitamento o l’incoraggiamento a commettere atti criminali, la descrizione di atti violenti, la pornografia violenta o che coinvolge bambini o animali, la descrizione sessualmente esplicita di atti riguardanti i minori, la glorificazione della guerra, i contenuti contrari alla dignità umana.
L’associazione ha realizzato un libro nero che, in seguito all’accordo, i motori di ricerca dovranno d’ora in poi tenere in considerazione. L’elenco verrà conservato su un server, che sarà messo a disposizione di tutti gli interessati entro 3 o 4 mesi.
Massima libertà, invece, per scegliere la soluzione tecnica da adottare per escludere questi siti delle pagine dei risultati. Una possibilità è quella di eliminare direttamente le pagine Web illegali dall’indice; un’altra è quella di filtrare gli indirizzi Web al momento di pubblicare i risultati delle ricerche.
“I cinque collaboratori della FSM effettueranno un primo trattamento dei 1.200 – 1.600 reclami ricevuti ogni anno – spiega Sabine Frank, direttore generale della FSM -. Contatteranno in particolare i responsabili dei siti tedeschi per spiegare loro in che modo infrangono la legge”.
Ma la responsabilità finale di includere un sito nell’elenco nero – e in particolare se si tratta di sito straniero – spetta a un organismo ufficiale: la BPjM, (Bundesprüfstelle für jugendgefährdende Medien), l’autorità federale di vigilanza dei mass media che rappresentano un pericolo morale per i minori. Quest’ultima detiene già una lista nera di circa 1.000 siti, che viene aggiornata tutti i mesi.