Se il progetto presentato da Michel Dreyfus-Schmidt diventerà legge, gli “usurpatori” rischieranno fino a un anno di reclusione e 15.000 euro di multa. Oggi, spiega il parlamentare, nulla è previsto dalla legge per queste condotte: mentre appropriarsi dell’identità di un’altra persona nel mondo fisico è una violazione espressamente punita dalla legge, compiere il medesimo atto online non è passibile di condanna.
Nel disegno di legge, il senatore socialista non si limita ai nomi e cognomi; include anche, nel gruppo degli “identificativi”, username, password e altri tipi di account.
Si tratta di una proposta ispirata a una legge americana, l’Identity Theft Penalty Enhancement Act, introdotta per punire i furti d’identità.
In Francia sono state già pronunciate condanne per furto d’identità in Rete, ma i giudizi riguardavano soprattutto l’intrusione in un sistema informatico, che ha permesso di recuperare dati in seguito utilizzati per compiere illeciti. Stessa cosa in caso di diffamazione online sotto falsa identità: sono le opinioni in sé a essere condannabili, non il fatto di avere utilizzato l’identificativo di un’altra persona per pubblicarle.