Un classico a mezzogiorno: luce ambiente come rim e flash come luce principale
Quando dobbiamo fare la foto a una persona in un orario di quelli che ogni fotografo teme, come mezzogiorno o il primo pomeriggio, spesso andiamo alla ricerca dell’ombra perché al sole non si riescono a ottenere grandi risultati.
Infatti, un soggetto con il viso rivolto verso il sole, a causa della forte intensità luminosa, strizzerà gli occhi aiutandosi con qualche smorfia; inoltre, la luce, essendo dura, non produrrà ombre propriamente gradevoli. In alternativa, il soggetto con il sole alle spalle sarà fortemente sottoesposto.
In questo tipo di circostanza, una delle mie tecniche preferite, che trovo funzioni praticamente sempre, è posizionare il soggetto con il sole alle spalle: per prima cosa, si creerà in automatico una bellissima rim light sui capelli e, inoltre, le ombre proiettate dal soggetto (se visibili in inquadratura) si dirigeranno verso l’osservatore, creando una connessione tra i due. La sottoesposizione del soggetto può essere risolta con illuminazione data dal flash.
Vediamo il prossimo esempio. Amanda è seduta sulla panchina con il sole alle spalle. Questo produce una rim light sui capelli, sul viso e sulle gambe che la separa in maniera splendida dallo sfondo. Tuttavia, per quanto sia bella la rim light, non si apprezza il viso della modella a causa della sottoesposizione, pertanto non si può dire che sia un buon ritratto.
Ho quindi montato un flash con un softbox 60×60 cm per ammorbidire la luce (qui sotto).
Dopo il solito tentativo con potenza standard pari a 1/8, ho individuato la potenza corretta e ottenuto la foto finale riportata di seguito (per variare un po’ la propongo in bianco e nero).
Come vedi, il flash illumina il viso con uno stile di tipo Loop e la luce ambiente funge da rim light che separa il soggetto dallo sfondo.
In questo caso, per ottenere una luce più morbida ho usato un flash off-camera con un softbox, ma la situazione in cui il sole crea la rim light è una delle classiche circostanze in cui anche utilizzando il flash diretto il risultato può funzionare. Chiaramente, è preferibile posizionare un flash staccato dal corpo macchina e mettere un modificatore per ammorbidire la luce, però, all’occorrenza, se hai necessità di ottenere rapidamente un ritratto all’aperto in una giornata di sole, sappi che basta mettere il soggetto con il sole alle spalle, flash on-camera in TTL e HSS e il gioco è fatto!
Utilizzo di due flash: luce ambiente come riempimento e flash come principale e rim
Analizziamo un caso studio con due speedlight. Nella prossima figura vediamo la modella, Paola, in un viale alberato che dona prospettiva al ritratto. L’immagine mostra la sola luce ambiente e la leggera sottoesposizione è ricercata per far sì che lo sfondo non esploda in un mondo di luce. Sarà sufficiente collocare di fronte a lei un flash con un modificatore a nostro piacimento e assegnargli il ruolo di luce principale per riportare a una corretta esposizione il soggetto.
In questo esempio, però, voglio farti vedere come migliorare il ritratto, già sufficientemente gradevole, avendo a disposizione un po’ di tempo e un secondo flash. Sistemando, infatti, il secondo speedlight senza alcun modificatore, se non un gel colorato (in questo caso un 1/2 CTO), e collocandolo alle spalle della modella sul lato opposto rispetto a quello della luce principale, otterremo una rim light che aiuta a separare il soggetto dallo sfondo.
Non avendo alcuna foto di backstage, ho creato lo schema in 3D, così che si possa visualizzare la posizione dei flash rispetto al soggetto.
In base alla mia esperienza, il posizionamento migliore per il flash che fa da rim è sul lato opposto rispetto a quello su cui agisce la luce principale. Chiaramente, questo speedlight può essere anche collocato dietro il soggetto, in modo tale che non appaia nell’inquadratura, oppure sullo stesso lato della luce principale: in ogni caso, il risultato più naturale e piacevole, a mio parere, si ottiene quando luce principale e rim sono piaz- zate su lati opposti.
Il risultato finale è nella prossima figura, in cui la rim light creata con il flash nudo aiuta fortemente a separare il soggetto dallo sfondo. La parabola è stata impostata su 105 mm per poter direzionare la luce prodotta dal flash in maniera più precisa, facendole delineare e schiarire il contorno dei capelli, nonché la parte superiore della giacca.
Una foto particolare: eliminazione della luce ambiente per usare solo quella del flash
Ti mostro uno scatto in cui l’utilizzo del flash ha permesso di creare un’atmosfera unica. Mi trovavo in Lazio, più precisamente a Valentano, per tenere uno dei miei corsi sull’uso dei flash e, al momento della sessione pratica, l’amico Gianluigi, che aveva organizzato splendidamente tutta la giornata, ci ha portati in un chiostro con un piccolo pozzo al centro, noto come Chiostro d’amore della Rocca Farnese.
La modella, Paola, quel giorno aveva un outfit particolare, un lungo vestito e un cappello a tesa larga. Come sempre, son partito da una foto con la sola luce ambiente. Come puoi vedere, la luce morbida e diffusa proviene dall’alto. Infatti, la parte superiore del cappello è molto luminosa e il volto di Paola è in ombra a causa del cappello stesso.
Per quanto fosse morbida, questa luce non era adatta a ciò che volevo mettere in risalto, ossia la modella, il cappello e la struttura del pozzo. L’ambiente circostante era troppo luminoso e ricco di dettagli che distraevano dal soggetto. Avevo bisogno di un’illuminazione molto più concentrata, uno spot di luce che portasse l’attenzione solo sugli elementi che volevo far emergere. Ho quindi deciso di eliminare quasi del tutto la luce ambiente sottoesponendo di due stop: sono passato da una esposizione ISO 100, f/4.5, 1/60 a ISO 100, f/5.6, 1/160, ottenendo così una foto in cui la luce ambiente svolge il ruolo di riempimento molto molto leggero.
Come puoi vedere dalla foto di backstage, ho sistemato di fronte alla modella un singolo flash con gel 1/2 CTO, utilizzando come modificatore un ombrellino riflettente bianco. La scelta è caduta sull’ombrellino riflettente per consentire un minimo spazio di manovra nel definire l’inquadratura, che doveva essere piuttosto ampia per abbracciare la modella a figura intera e l’intero ingombro del pozzo.
A quel punto è stato sufficiente far alzare lo sguardo di Paola verso il flash, in maniera tale che il cappello non proiettasse ombra sul viso e, dopo aver affinato il valore di potenza dello speedlight, ho ottenuto la foto finale mostrata qui sotto.
La versione finale, come avrai notato, ha subito qualche piccolo intervento di postproduzione per migliorare alcuni particolari. Innanzitutto, ho eliminato la luce proveniente dalla porta che appariva a sinistra sullo sfondo, perché, a mio parere, era solo una fonte di distrazione che non aggiungeva alcunché e rendeva meno poetico il ritratto. Inoltre, ho reso il nastrino del cappello dello stesso colore del vestito perché ci fosse uniformità.
Le arcate superiori creano una specie di cornice al ritratto e la luce calda prodotta dal flash rende, per il mio gusto, molto interessante lo scatto. Lo sguardo di chi osserva la foto, inoltre, viene attratto per prima cosa dal volto di Paola per poi spostarsi sul pozzo che, grazie al fatto di avere una luce laterale (non proveniente dall’alto) presenta un lato illuminato e uno in ombra, che lo rende molto più tridimensionale.
Questo articolo richiama contenuti dal capitolo 8 di Fotografare con il flash.
Immagine di apertura originale dell’autore.
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