In che modo Erik Kwakkel, fino a ieri misconosciuto storico quarantaquattrenne in forza all’olandese Università di Leida, può salire alla ribalta di Internet se si occupa di Medioevo? Con la sua passione per gli scarabocchi.
Il suo lavoro (a tutto tondo sul libro medievale, con ogni tipo di ricaduta sui social media compreso YouTube e un libro gratuito) ha fatto sensazione e ispirato articoli per l’Independent, Colossal e altre testate, affascinate dall’esistenza di libri vecchi ottocento anni contenenti scritti e disegni a bordo pagina o tra una colonna e l’altra.
In praise of the doodle: now that's a fine head of hair you got there! (AvranchesBM110). More: http://t.co/ys0y6Pqbxm pic.twitter.com/syUdWf0Aor
— Erik Kwakkel (@erik_kwakkel) October 3, 2014
Circostanza meno scontata di quanto direbbe una persona che ha attraversato gli studi assieme a libri di carta e ne ha fatto strame a suon di penna biro e lezioni noiose, dato che il contesto, spiega Kwakkel all’Independent, era tutt’altro:
A quel tempo un libro costava come oggi una macchina usata e non esistevano blocchi per appunti. Uno dei pochi luoghi in cui collaudare una penna erano le pagine dei libri.
Tra i ritrovamenti figurano scarabocchi di mestiere, vergati dai calligrafi nel collaudo della penna d’oca appena incisa, figure fantastiche oppure banali, fino all’impiegatizia probativo pennæ, prova della penna. E anche colpi di immaginazione gratuita, figli di un momento di svago o noia, o frutto della mano di un bambino alle prese con la prima scrittura.
Uno di questi scarabocchi vale cento pagine di codici miniati per dissipare l’equivoco del Medioevo come sinonimo di oscurità e arretratezza: sono vitali, forti… come nessuno dei nostri libri digitali riesce a permettere.
Sarà che oggi la noia si sublima nel multitasking compulsivo e nel minimalismo dei tweet di vita quotidiana, sovente soporifero più del Gozzano più stucchevole. Certo su quei libri di un altro millennio trovava spazio una voglia di espressione letteralmente fuori dalle righe, che abbiamo ancora da recuperare.
L’editoria digitale, da PostScript a LaTeX a ePub 3, è la storia di una rincorsa a recuperare quello che si perde con l’addio al supporto materiale. Siamo quasi in pari con la tipografia, avantissimo nel metatesto. Per gli scarabocchi, a prima del Medioevo.